I Forconi si dividono sulla manifestazione a Roma. Mons. Bregantini: ascoltare il
grido del disagio
In Italia, il movimento dei “Forconi” si divide sulla manifestazione di domani a Roma.
Uno dei leader, Danilo Calvani, l’ha confermata sottolineando che si farà senza cortei,
per ridurre al minimo il rischio di infiltrazioni estremiste e incidenti. Mariano
Ferro, il leader siciliano del movimento, spiega invece che spostare le persone per
portarle "in una gabbia, che si chiama Piazza del Popolo non serve a niente". Intanto,
un tribunale di Roma ha condannato a tre mesi di reclusione e 100 euro di multa Simone
Di Stefano, vicepresidente di Casapound, accusato di furto pluriaggravato per aver
sostituito, sabato scorso, la bandiera della Ue dalla sede di Via IV Novembre con
quella italiana. Sulla situazione Antonella Palermo ha intervistato mons.
Giancarlo Bregantini, presidente della Commissione Lavoro, giustizia e pace della
Cei:
R. - È veramente
preoccupante, perché questo clima di tensione, dove si può innestare senza fatica
anche chi vuole degenerare e far degenerare una situazione sociale già difficile,
fa esplodere con molta facilità il tessuto sociale.
D. - Come rispondere alle
istanze del movimento?
R. - Primo: non ingigantire il problema, perché il problema
esplode, ma il nodo è a monte, cioè creare una politica sana. Quindi, il problema
non sta nel difendersi dai Forconi, ma nell’impegnarsi a creare condizioni di chiarezza,
di presenza, di risposta. Secondo: non va affrontato in maniera diretta, ma indiretta,
altrimenti creiamo i martiri.
D. - Come valutare l’atteggiamento delle istituzioni
politiche di fronte alla protesta?
R. - Il governo ha fatto bene ad essere
vicino, non oppositivo, perché già il movimento da solo si sfalda. Però, va raccolto
l’appello che loro ci fanno. Deve essere vero lo stile con il quale i politici lavorano
e sobria la loro ricompensa a livello economico; precisa e incisiva la risposta davanti
ai drammi e solidale lo stile. Loro in fondo ci lanciano un appello in modo sbagliato,
però ci dicono che la politica non può stare lontano, ricorregga non tanto l’Euro
ma le condizioni dell’Euro. La finanza non può essere l’unica legge. L’Europa non
è costruita sulle banche, ma sui cuori. Ecco, sono tanti gli appelli positivi che
questo movimento ha lanciato all’intera nazione.
D. - In che modo la Chiesa
potrebbe raccogliere le domande che giungono dai Forconi?
R. - Secondo me anche
la Chiesa, in primo luogo, può raccoglierli, e l’idea di raccogliere costruendo legami
di fraternità, perché la fraternità caccia la guerra - come dice il Papa -, la fraternità
pone le condizioni per la pace, la fraternità è lo spazio vero del Vangelo. Tutto
questo chiede a noi uno sguardo lungimirante cogliendo le occasioni d’oro che la prossima
Marcia della pace e la Giornata della pace offrono a tutto il mondo.