Tanzania. Peggiora la condizione dei cristiani, uccisi e perseguitati con false
accuse
Si fa sempre più difficile la situazione per i cristiani in Tanzania, dove il 2013
ha registrato un inquietante escalation di violenza, come denuncia l’ong "Barnaba
Team" che ha inviato sull’argomento un rapporto all’agenzia Fides. Un numero consistente
di chiese sono state attaccate nel corso dell’anno, un laico è stato ucciso a colpi
di machete mentre guidava un incontro di preghiera, un altro è stato sfigurato con
l’acido, un pastore è stato gravemente ferito e due reverendi decapitati nella capitale
Zanzibar. Oltre a questi fatti di sangue, molti leader religiosi cristiani si trovano
ad affrontare false accuse penali da parte di gruppi islamici, che godono dell’appoggio
compiacente di parte della magistratura. Si calcola che siano circa 52 le false denunce
depositate contro sacerdoti e pastori cristiani, accusati di blasfemia o di conversioni
e battesimi forzati. Tra i gruppi di estremisti islamici più attivi e coinvolti in
fatti violenti, si segnalano al-Shabaab, ma anche Uamsho, un’organizzazione separatista
islamica che lotta per l’indipendenza dell’isola di Zanzibar. (R.B.)