L'abbraccio del Papa ai bambini del Dispensario S. Marta con festa di compleanno a
sorpresa
Un grande abbraccio di famiglia, con i contorni di una festa di compleanno a sorpresa.
Così si è svolto sabato mattina l’incontro di Papa Francesco con i responsabili, i
volontari e gli assistiti del Dispensario pediatrico Santa Marta, una struttura caritativa
vaticana che offre aiuto in modo particolare a mamme e bambini in difficoltà. Il Papa
ha fatto visita nei locali del Dispensario, che si trova in Vaticano a pochissima
distanza da Casa S. Marta, quindi si è lasciato avvolgere dall’affetto delle centinaia
di persone che lo attendevano in Aula Paolo VI. La cronaca nel servizio di Alessandro
De Carolis:
A pochi metri
dal cuore di Papa Francesco. È lì che vive – con la discrezione di chi fa il bene
con una mano senza che l’altra lo sappia – il Dispensario Santa Marta. A un respiro
da Casa S. Marta, dozzine di volontari – dai medici alle persone di buona volontà
– danno ogni giorno aiuto a dozzine di mamme e bambini. Da un check sanitario a un
pacco di pannolini, dal sostegno psicologico a una carrozzina, un giocattolo, un pacco
di pasta, da oltre 90 anni la solidarietà vive senza rumore e con le porte aperte
tra le stanze che volle Pio XI nel 1922 e che Papa Francesco ha visitato prima di
raggiungere l’Aula Paolo VI e ricevere dal “popolo” del Dispensario, circa 800 persone,
una calorosissima accoglienza. Meglio ancora, una vera e propria festa a sorpresa,
perché di questo si è trattato, a tre giorni dal 77.mo compleanno di Papa Francesco.
Poco dopo il suo arrivo, un gruppo di 9 bambini armato di cubi recanti varie scritte
li ha posizionati ad arte su un carrello che, voltato, ha mostrato un ritratto del
Papa con sotto la scritta “Auguri”. Quindi, un altro gruppo di 19 bambini, ciascuno
con una maglietta bianca e una grande lettera gialla stampata sopra, ha composto la
scritta “Auguri Papa Francesco”, mentre la tradizionale canzoncina “Tanti auguri”
in sottofondo accompagnava l’entrata in scena di una torta con le candeline, forse
un assoluto inedito in un contesto simile. Molto divertito dal tutto, Papa Francesco
si è alzato, ha spento le candeline, ha ricevuto il dono di un pullover e ha ringraziato
con queste parole:
“Vi ringrazio per questa visita! Ringrazio per l’amore
che voi avete, la gioia di questi bambini, i doni, la torta… Che era bellissima! Dopo
vi dirò se è buona o no, eh! Grazie tante! Che il Signore vi benedica!”.
Un
saluto breve perché molto più a lungo Papa Francesco ha preferito dare spazio a ciò
che preferisce, il contatto diretto, affettuoso, con chi lo circonda. In questo caso,
con chi – vivendo molto spesso in gravi difficoltà – ha voluto stringersi a lui per
avere il conforto del suo calore paterno, come ha voluto sottolineare Elisabetta,
una mamma peruviana che dal Dispensario ha ricevuto aiuto per il suo bambino:
“Che
cosa dire del tuo sorriso? E’ così sorprendente che arriva al cuore di tutti, donandoci
tantissima pace. Sappiamo quanto amore hai verso i bambini, specie verso quelli che
hanno più bisogno. Al Dispensario ci sentiamo particolarmente privilegiati perché
sappiamo di essere nel tuo cuore e nella tua mente. E siamo contenti perché, ogni
giorno, ci aiuti ad incontrare Gesù. Caro Papa Francesco, questi nostri bambini ricevono
oggi il più bel regalo di Natale che potessero immaginare: il tuo sorriso, una tua
carezza, un tuo abbraccio”.
All’appuntamento in Aula Paolo VI, Papa Francesco
era giunto con una ventina di minuti di ritardo, avendo prolungato la precedente sosta
nei locali del Dispensario, dov’era stato accolto dal suo elemosiniere, l’arcivescovo
Konrad Krajewski – che ricopre la carica di presidente della Fondazione Dispensario
Santa Marta – e dalla direttrice della struttura, suor Antonietta Collacchi, che più
tardi, di fronte alla “famiglia” del Dispensario ha descritto al Papa da dove scaturisca
la forza di un’esperienza dove il bene è fatto bene, proprio come Papa Francesco chiede
a un cristiano:
“La Divina Provvidenza non ci fa mancare il suo sostegno,
moltiplicando ogni giorno, nelle nostre mani, la carità.Le nostre
giornate sono scandite dalla gioia dell’essere cristiani, dalla luminosità di un sorriso
e dal calore della riconoscenza e questo ci permette di poter ripetere – con la solidità
dell’esperienza – alcune sue parole: ‘Il vero potere è il servizio’, per un cristiano
‘progredire’ significa ‘abbassarsi’, come ha fatto il Figlio di Dio. In questa prospettiva,
noi lavoriamo per globalizzare la solidarietà e l’amore, invece dell’indifferenza
e dell’egoismo”.