2013-12-13 12:03:56

Centrafrica: i leader religiosi cristiani e musulmani condannano le violenze interreligiose


Rimane estremamente precaria la situazione nella Repubblica Centrafricana, nonostante l’intervento delle truppe francesi e dell’Unione Africana, in particolare nella capitale, Bangui. Il Ministro della Difesa francese, Jean -Yves Le Drian, che si trova in visita ai militari impegnati nell’operazione “Sangaris” (come è denominato l’intervento francese in Centrafrica) ha detto che il Paese rischia di sprofondare nell’anarchia. A Bangui - riferisce l'agenzia Fides - che conta un milione di abitanti, 110.000 persone sono sfollate, mentre si moltiplicano gli atti di aggressione e di vendetta a sfondo religioso. I ribelli Seleka che hanno rovesciato a marzo l’ex Presidente François Bozizé, e che sono in gran parte musulmani, si sono resi responsabili di numerose violenze contro la popolazione, e in particolare contro i cristiani. I gruppi di autodifesa, i cosiddetti “anti-balaka” (che significa anti machete) formati soprattutto da cristiani, a loro volta commettono ritorsioni non solo contro i Seleka ma anche nei confronti dei civili musulmani, considerati come vicini ai ribelli. Per cercare di interrompere la spirale di odio, i capi religiosi cristiani e musulmani hanno intrapreso alcune iniziative comuni. Mercoledì scorso nel quartiere Pk13 di Bangui, si è tenuto un incontro di riconciliazione tra le comunità musulmane e cristiane alla presenza di un centinaio di persone. Lo stesso giorno i leader religiosi cristiani e musulmani hanno effettuato un altro gesto simbolico: la distribuzione di cibo a 10.000 sfollati della capitale. (R.P.)







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