2013-12-13 16:11:26

Accordo tra governo e ribelli M23 in Congo. Baioni: ci sono premesse per la pace


Dopo lo stallo nei negoziati del mese scorso, è stato firmato a Nairobi, in Kenya, l’accordo di pace tra i ribelli congolesi dell'M23 e il governo della Repubblica Democratica del Congo. Sull’accordo, raggiunto attraverso la mediazione dell’Uganda, Antonella Pilia ha intervistato Giusy Baioni, giornalista esperta del Congo e membro dell’associazione “Beati costruttori di pace”:RealAudioMP3

R. – Non si tratta di un vero e proprio accordo, che si poteva firmare già un mese fa: la sconfitta militare del movimento M23, e dunque la sua resa, risale infatti al cinque novembre. Il governo congolese però aveva sempre rifiutato un vero e proprio accordo, affermando di non volersi “abbassare” a firmare un patto con ribelli che si erano già arresi. Quindi, sostanzialmente, quello che è successo ieri – ugualmente importantissimo – è la sottoscrizione unilaterale di tre documenti diversi: innanzitutto, il movimento ribelle M23 ha dichiarato pubblicamente di arrendersi, di diventare un partito politico e rinunciare alla lotta armata; il governo congolese nel suo documento ha preso atto della resa dei ribelli e ha dichiarato che darà spazio a un’amnistia, ma solo per chi non si è macchiato di crimini di guerra. Infine, c’è una terza dichiarazione, siglata dai mediatori, che per un anno hanno cercato di portare al tavolo i due contendenti. Dunque, abbiamo queste tre dichiarazioni, che sostanzialmente significano la fine delle ostilità tra il governo e i ribelli dell’M23 nel Nord Kivu.

D. – Questa pace, decretata dalla firma di questi tre atti, reggerà?

R. – Le premesse sono buone, però questo purtroppo non significa che si sia arrivati alla pace per questa regione, perché restano attivi altri gruppi armati più piccoli che continuano a vessare la popolazione civile. Diciamo che la novità di questi ultimi mesi è che il governo congolese sembra aver recuperato improvvisamente – anche grazie all’appoggio delle Nazioni Unite – una forza che non ha mai dimostrato in vent’anni, impegnandosi in un’offensiva serrata per disarmare i gruppi armati. E questo farebbe sperare in una svolta.

D. - Quali restano invece le questioni aperte visto il ruolo di Uganda e Rwanda?

R. – Da circa tre giorni, è in corso una nuova offensiva dell’esercito congolese, insieme alla brigata delle Nazioni Unite, che ha sferrato un attacco per cercare di sconfiggere gli Fdlr, gruppo ribelle storico che dal ’94 è scappato dal Rwanda e destabilizza le foreste del Congo. La Corte penale internazionale segue da vicino la situazione e quello che è successo negli ultimi mesi è già oggetto di indagine, laddove ci siano segnalazioni di crimini di guerra. Quindi, ci sarà da aspettarsi un’evoluzione anche in questo senso.







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