Papa Francesco: verso il Natale nel silenzio, per ascoltare la tenerezza di Dio
Preparandoci al Natale ci farà bene fare un po’ di silenzio per ascoltare Dio che
ci parla con la tenerezza di un papà e di una mamma: è questo, in sintesi, quanto
ha detto giovedì mattina Papa Francesco nella Messa presieduta a Santa Marta in questo
secondo giovedì del Tempo di Avvento. Il servizio di Sergio Centofanti:
Prendendo spunto
dalla lettura tratta dal profeta Isaia, il Papa sottolinea non tanto “quello che dice
il Signore”, ma “come lo dice”. Dio ci parla come fanno un papà e una mamma con il
loro bambino:
“Quando il bambino fa un brutto sogno, si sveglia, piange
… papà va e dice: non temere, non temere, ci sono io, qui. Così ci parla il Signore.
‘Non temere, vermiciattolo di Giacobbe, larva di Israele’. Il Signore ha questo modo
di parlarci: si avvicina … Quando guardiamo un papà o una mamma che parlano al loro
figliolo, noi vediamo che loro diventano piccoli e parlano con la voce di un bambino
e fanno gesti di bambini. Uno che guarda dal di fuori può pensare: ma questi sono
ridicoli! Si rimpiccioliscono, proprio lì, no? Perché l’amore del papà e della mamma
ha necessità di avvicinarsi, dico questa parola: di abbassarsi proprio al mondo del
bambino. Eh sì: se papà e mamma gli parlano normalmente, il bambino capirà lo stesso;
ma loro vogliono prendere il modo di parlare del bambino. Si avvicinano, si fanno
bambini. E così è il Signore”.
I teologi greci – ricorda il Papa – spiegavano
questo atteggiamento di Dio con “una parola ben difficile: la synkatábasi”, ovvero
“la condiscendenza di Dio che discende a farsi come uno di noi”:
“E poi,
il papà e la mamma dicono anche cose un po’ ridicole al bambino: ‘Ah, amore mio, giocattolo
mio …’, e tutte queste cose. Anche il Signore lo dice: ‘Vermiciattolo di Giacobbe’,
‘tu sei come un vermiciattolo per me, una cosina piccolina, ma ti amo tanto’. Questo
è il linguaggio del Signore, il linguaggio d’amore di padre, di madre. Parola del
Signore? Sì, sentiamo quello che ci dice. Ma anche vediamo come lo dice. E noi dobbiamo
fare quello che fa il Signore, fare quello che dice e farlo come lo dice: con amore,
con tenerezza, con quella condiscendenza verso i fratelli”.
Dio – spiega
Papa Francesco citando l’incontro di Elia con il Signore - è come “la brezza soave”,
o - come dice il testo originale – “un filo sonoro di silenzio”: così “si avvicina
il Signore, con quella sonorità del silenzio propria dell’amore. Senza dare spettacolo”.
E “si fa piccolo per farmi potente; Lui va alla morte, con quella condiscendenza,
perché io possa vivere”:
“Questa è la musica del linguaggio del Signore,
e noi nella preparazione al Natale dobbiamo sentirla: ci farà bene sentirla, ci farà
tanto bene. Normalmente, il Natale sembra una festa di molto rumore: ci farà bene
fare un po’ di silenzio e sentire queste parole di amore, queste parole di tanta vicinanza,
queste parole di tenerezza … ‘Tu sei un vermiciattolo, ma io ti amo tanto!’. Per questo.
E fare silenzio, in questo tempo in cui, come dice il prefazio, noi siamo vigilanti
in attesa”.