La prospettiva teologica di Papa Francesco spiegata nel libro "Amare e servire" di
mons. Leuzzi
Una società contemporanea che sente sempre più urgente il bisogno di una Chiesa
con cui condividere il cammino non solo spirituale o sociale, ma di una ricerca interpretativa
di se stessa. Parte da questa premessa il libro “Amare e servire. Il realismo storico
di Papa Francesco” scritto dal vescovo ausiliare Lorenzo Leuzzi e pubblicato dalla
Libreria Editrice Vaticana. Il volume, presentato a Roma al Consiglio Nazionale delle
Ricerche, vuole dare una chiave interpretativa sulla prospettiva teologica e pastorale
di Papa Francesco. Il servizio di Marina Tomarro:
E’ dall’amore
verso il prossimo che parte la prospettiva teologica di Papa Francesco. Inizia da
questa chiave di lettura il libro “Amare e servire”. L’autore, il vescovo ausiliare
Lorenzo Leuzzi:
“La scelta dei verbi ‘amare’ e ‘servire’ credo che
sia nata proprio dalla consapevolezza che nel magistero, e soprattutto nella testimonianza
di Papa Francesco, la Chiesa sia sollecitata a comprendere se stessa sia come mistero
di amore, ma sia soprattutto nella responsabilità che la Chiesa è chiamata a vivere
in questo momento storico, che è quello di servire la società. Per conoscere questa
realtà è necessario che la Chiesa offra la presenza di Cristo, che permette all’uomo
contemporaneo di conoscere in profondità quali siano le vere dinamiche per costruire
la società”.
E “amare” e “servire” sono due parole presenti da sempre nella
formazione teologica di Papa Francesco. Padre Miguel Yanez, direttore del Dipartimento
di Teologia Murale della Pontificia Università Gregoriana:
R. - Così si concludono
gli Esercizi spirituali di Sant’Ignazio: chiedendo la grazia di amare e servire in
tutto la Divina Maestà. Tante volte Papa Francesco ha fatto gli Esercizi, che sono
stati la stella che ha guidato la sua vita, il suo percorso, il suo cammino e poi
anche il programma di vita, che adesso consegna a tutti noi.
D - Nel libro
si parla della misericordia di Dio: Papa Francesco spesso ce ne parla…
R. -
Continuando con questa idea, penso che si collega perfettamente. Nel suo stemma leggiamo
“Miserando atque eligendo”, che appunto è l’esperienza di Matteo nella sua vocazione:
sentirsi guardato da Gesù, con uno sguardo d’amore, con uno sguardo di perdono, questo
è propriamente la fonte dell’esperienza cristiana: la misericordia. Siamo stati incontrati
da Gesù, siamo stati perdonati nello stesso incontro e quindi dobbiamo aprirci agli
altri con lo stesso sguardo. Ovviamente è una grazia che ci fa chiedere Sant’Ignazio
negli Esercizi e Papa Francesco nel suo magistero e con il suo esempio.