In Trentino, fino al 21 dicembre, le Universiadi: 3.600 gli atleti che partecipano
ai giochi
Sono oltre 3.600 gli atleti provenienti da 61 Paesi nel mondo che partecipano alla
26.ma edizione delle Universiadi invernali, le olimpiadi degli universitari, in corso
in questi giorni in Trentino. I giochi, che si concluderanno il prossimo 21 dicembre,
si svolgono tra la Valsugana, la Val di Fassa e la Val di Fiemme e comprendono 12
discipline di sport invernali tra cui lo sci di fondo e alpino, lo snowboard e il
pattinaggio artistico. Sull’evento Marina Tomarro ha intervistato Ugo Rossi,
presidente della Provincia autonoma di Trento:
R. - Intanto
è un onore per il Trentino poterlo fare e per noi è anche un’opportunità e un’occasione
di valorizzare i nostri giovani, di metterli in contatto con tanti altri giovani nel
mondo e quindi di partire da un territorio piccolo che però vuole essere attento alle
dinamiche globali.
D. - In che modo vi siete preparati ad accogliere gli atleti?
R.
- Abbiamo cercato soprattutto di utilizzare alcuni fattori competitivi, che fanno
parte integrante della nostra società: prima di tutto il nostro ambiente, le nostre
infrastrutture dedicate allo sport e al turismo - il nostro è un territorio che è
evocato all’accoglienza, da sempre - e poi l’altra risorsa straordinaria che è quella
del volontariato, della partecipazione delle persone, che - in spirito, appunto, di
grossa unità e di aiuto ad un evento così importante - hanno pensato di dedicare tanto
tempo per accogliere nel migliore dei modi gli atleti e preparare tutti i cambi di
gara.
D. - Quanto è stato importante, in questo caso, il volontariato?
R.
- E’ decisivo. Senza il volontariato non avremmo potuto organizzare un evento di questa
portata, non sarebbe stato assolutamente possibile; e tre al fatto di poterlo fare,
credo che ci sia anche tanta qualità nell’accoglienza. Avere persone che agiscono
in maniera disinteressata e che lo fanno per il bene della propria comunità e perché
sono in spirito di amicizia con chi viene a trovarci, credo che sia un elemento molto
importante e che garantisca anche una coesione sociale forte sul nostro territorio.
D. - Queste Universiadi sono ad impatto zero: che cosa vuol dire?
R.
- Noi abbiamo cercato, come sempre facciamo quando organizziamo eventi di questa portata,
di garantire degli obiettivi di rispetto del nostro ambiente. E questo prima di tutto
perché lo dobbiamo al nostro ambiente, ma anche perché vogliamo coniugare l’ospitalità,
l’accoglienza e la capacità organizzativa anche con un ulteriore fattore di competitività
del nostro territorio, che è il fatto che chi viene a fare le vacanze da noi sa di
poter contare su un ambiente incontaminato. Abbiamo cercato di spostarci il meno possibile,
utilizzando la nostra rete di fibra ottica per far viaggiare le informazione e non
le persone, e quando ci spostiamo cerchiamo di farlo utilizzando il car sharing,
soprattutto. Stiamo anche sperimentando forme di mobilità a impatto zero attraverso
l’uso di idrogeno. Insomma siamo impegnati anche nel momento in cui utilizziamo le
nostre infrastrutture, a cercare di risparmiare sui gradi di calori in modo tale che
non ci siano ricadute negative sull’ambiente.
E molte strutture utilizzate
per le Universiadi sono state costruite con legno proveniente da foreste certificate
e a filiera corta. Ascoltiamo Francesco Dellagiacoma, vicepresidente del Pefc
Italia, l’organizzazione non governativa per il sistema di certificazione forestale
più diffuso al mondo:
R. - C’erano le strutture sul territorio che hanno permesso
di organizzare, in tempi anche ristretti, queste Universiadi, che in buona parte -
pensiamo all’eredità dei Mondiali di Fiemme - sono state costruite non solo con legname
certificato, ma addirittura la gran parte era stata realizzata con legname proveniente
dalla Val di Fiemme. Quindi una filiera cortissima, davvero a chilometro zero, perché
era il legname di boschi di Fiemme, che è una delle realtà forestali più importanti
di Italia, che è stato utilizzato per realizzare queste strutture. In particolare
l’edificio simbolo di questa importazione è l’edificio tv del Lago di Tesero, che
è stato realizzato con legname della magnifica comunità della Val di Fiemme e quindi
si è spostato al massimo di 20 chilometri.