2013-12-12 14:10:25

Draghi: la Bce va avanti con il sostegno all’economia. Deficit dell'Italia sopra le stime


Andremo avanti con il sostegno all’economia e le misure di credito a piccole e medie imprese, mantenendo bassi i tassi di interesse: lo ha assicurato il presidente della Bce, Draghi, alla Plenaria di Strasburgo. L’accento del numero uno dell’Eurotower è ancora sulle riforme e sull’Unione bancaria. Sul fronte ripresa: tra il 2014 e il 2015 il Pil dell’Eurozona dovrebbe registrare un lento recupero, ma resta alta la disoccupazione. Poi la strigliata all’Italia: serve correzione sul deficit che sale al 3 per cento. Al microfono di Cecilia Seppia, l’economista e presidente di Finanza World, Francesco Carlà:RealAudioMP3

R. - Draghi, chiedendo l'Unione bancaria, ci dice una cosa abbastanza semplice: la Germania non accetterà mai di mettere sotto il medesimo ombrello bancario e finanziario europeo i problemi diversi dei vari Paesi. Quindi sono fuori discussione iniziative traumatiche e risolutive stile Eurobonds, che erano poi le speranze di alcuni Paesi tra cui l’Italia. Man mano che però procedono le riforme nei vari Paesi e abbiamo un miglioramento dei numeri dei vari Stati, i numeri finanziari naturalmente, potrebbero succedere anche altre cose da questo punto di vista. Questo è un po’ quello che ci dice Draghi. Il che però fa il paio con la richiesta – è un altro punto del suo discorso – di un'ulteriore correzione da 6.4 miliardi del bilancio italiano; non si tratta certamente di buone notizie, immagino, né per la nostra Legge di stabilità né per il presidente del Consiglio, Letta.

D. - A proposito dell’Italia il deficit sale al 3 per cento; siamo ben fuori dai parametri europei. A cosa si deve questa deviazione?

R. - Si deve a due componenti: una è - appunto - che il Pil decresce di più di quello che ci si attendeva. Questo dipende dal fatto che - e questo è l’atro punto - non sono stati fatti gli sforzi di spending review di cui si parlava. Dall’altra parte, c’è stato anche il discorso sull’Imu che certamente non ha aiutato il bilancio italiano.

D. - Poi la questione della ripresa; il Pil dell’Eurozona dovrebbe invece registrare un lento miglioramento. Però secondo i dati della Bce la disoccupazione resta, resterà elevata, in particolare quella giovanile: qui servono risposte concrete…

R. - Abbiamo alcuni dati che sono fondamentali: la crescita del Pil da qui al 2015 è vista arrivare all’1,5 per cento, ma questa è appunto la media, credo che in Italia il tasso di crescita potrebbe essere molto più basso; il tasso di inflazione è visto all’1,3 per cento - e secondo me in Italia sarà più alto - e quello di disoccupazione, dove anche qui scontiamo differenziali tra i vari Paesi piuttosto importanti e piuttosto ampi da un punto di vista quantitativo. Cosa si potrà fare esattamente? Dipende molto dalle ricette dei singoli Paesi, da quanta voglia la politica di questi abbia di fare quello che è più giusto, cioè trovare un equilibrio tra le esigenze di chi ha una condizione di lavoro garantita e di chi invece il lavoro non ce l’ha o non riesce a trovarlo, in particolare i giovani.

D. - Ancora sferzate sui bilanci degli Stati, però Draghi dice: non vogliamo vanificare gli sforzi di risanamento. Ora siamo favorevoli a misure per la crescita...

R. - Parliamo di due temi: da una parte, le risorse per la crescita che possono venire dalla Bce - appunto risorse monetarie essenzialmente - che però finiscono nell’imbuto delle banche, le quali hanno problemi di sofferenze - come dicevamo prima - che ci vengono ricordate continuamente. E quindi questa cinghia di trasmissione arriva con molta difficoltà alla domanda interna e alle famiglie, ai singoli e con altrettanta difficoltà alle piccole e medie imprese. Dall’altra, si tratta di investire risorse che i singoli Paesi riescono a mettere insieme nei loro bilanci. Anche qui vediamo che in Italia si continua a cambiare il campo della spending review, ma questa non diventa mai effettiva. Poi naturalmente c’è anche il pozzo nero dell’evasione fiscale.







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