2013-12-11 14:08:23

Udienza generale. Il Papa: chi si apre a Dio non ne teme il giudizio finale. Via l'ingiustizia della fame


Il giudizio finale di Dio non farà paura a chi nella vita ha scelto di seguire la strada del suo amore. È il pensiero alla base della catechesi con la quale ieri mattina, in Piazza San Pietro, Papa Francesco ha concluso la serie di udienze generali dedicate alla spiegazione della preghiera del Credo. Il Papa ha terminato con un nuovo appello sulla fame nel mondo e contro lo spreco di cibo, chiedendo a governi e singole persone di “eliminare questa ingiustizia”. Il servizio di Alessandro De Carolis:RealAudioMP3

Prima certezza: il giudizio sarà piuttosto un “abbraccio”, perché Dio è un Padre che ama i suoi figli, non li vuole sul banco degli imputati. Seconda certezza, che dipende dalla prima: se Dio non giudica, la condanna sarà in realtà una “auto-condanna”, che l’uomo che rifiuta Dio avrà inflitto a se stesso. Di fronte ai circa 30 mila radunati in Piazza San Pietro, in un nuovo mercoledì di freddo e sole, Papa Francesco decifra così quello che, osserva, è un “mistero che ci sovrasta” e incute “timore”: il mistero del ritorno di Cristo e del giudizio finale. La paura, spiega con semplicità, nasce e mette radici soprattutto nei cuori di chi durante la vita ha in vari modi rifiutato Dio. Ma nulla fino all’ultimo è perduto:

“Se noi ci chiudiamo all’amore di Gesù, siamo noi stessi che ci condanniamo. La salvezza è apririsi a Gesù, e Lui ci salva; se siamo peccatori – e lo siamo tutti – Gli chiediamo perdono e se andiamo a Lui con la voglia di essere buoni, il Signore ci perdona. Ma per questo dobbiamo aprirci all’amore di Gesù, che è più forte di tutte le altre cose. L’amore di Gesù è grande, l’amore di Gesù è misericordioso, l’amore di Gesù perdona; ma tu devi aprirti e aprirsi significa pentirsi, accusarsi delle cose che non sono buone e che abbiamo fatto”.

Anche perché, soggiunge Papa Francesco, il giudizio finale “è già in atto, incomincia adesso” nel corso dell’esistenza. Pertanto, ripete, “non stanchiamoci” di “vigilare sui nostri pensieri”, anzi pregustiamo fin d’ora “il calore e lo splendore del volto di Dio”, consapevoli che – se avremo aperto il cuore a Dio – nel momento del giudizio avremo attorno “l’abbraccio di Gesù”:

“Così ci abbraccia Gesù. Se pensiamo al giudizio in questa prospettiva, ogni paura e titubanza viene meno e lascia spazio all’attesa e a una profonda gioia: sarà proprio il momento in cui verremo giudicati finalmente pronti per essere rivestiti della gloria di Cristo, come di una veste nuziale, ed essere condotti al banchetto, immagine della piena e definitiva comunione con Dio”.

Ma c’è di più. A non lasciarci soli nel momento del giudizio sarà pure la grande schiera dei Santi, coloro che – afferma il Papa citando San Paolo – “giudicheranno il mondo”:

“Che bello sapere che in quel frangente, oltre che su Cristo, nostro Paràclito, nostro Avvocato presso il Padre, potremo contare sull’intercessione e sulla benevolenza di tanti nostri fratelli e sorelle più grandi che ci hanno preceduto nel cammino della fede, che hanno offerto la loro vita per noi e che continuano ad amarci in modo indicibile! (…) Quanta consolazione suscita nel nostro cuore questa certezza!”.

Una certezza che Papa Francesco sembra quasi voler impiantare fisicamente in ogni persona, quando alla fine riassume la catechesi nello sprone di quei cinque “Avanti!” ripetuti in sequenza:

“Avanti! Avanti, pensando a questo giudizio che comincia adesso, è già cominciato. Avanti, facendo in modo che il nostro cuore si apra a Gesù e alla sua salvezza. Avanti senza paura, perché l’amore di Gesù è più grande e se noi chiediamo perdono dei nostri peccati Lui ci perdona. È così Gesù. Avanti allora con questa certezza, che ci porterà alla gloria del cielo!”.

Prima di chiudere l’udienza generale, Papa Francesco è tornato in modo vibrante sul tema della lotta alla fame nel mondo, ricordando la Campagna di Caritas Internationalis lanciata ieri col titolo “Una sola famiglia umana, cibo per tutti”:

“Lo ricordiamo? Lo ripetiamo insieme? ‘Una sola famiglia umana, cibo per tutti’. Lo scandalo per i milioni di persone che soffrono la fame non deve paralizzarci, ma spingerci ad agire, tutti, singoli, famiglie, comunità, istituzioni, governi, per eliminare questa ingiustizia. Il Vangelo di Gesù ci mostra la strada: fidarsi della provvidenza del Padre e condividere il pane quotidiano senza sprecarlo. Incoraggio la Caritas a portare avanti questo impegno, e invito tutti ad unirsi a questa ‘onda’ di solidarietà”.

Ultimo aggiornamento: 12 dicembre







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