2013-12-11 14:06:24

Siria. Patriarcato greco-ortodosso: nessuna notizia delle 13 suore di Maaloula, video inaffidabili


Restano nelle mani del gruppo islamista Ahrar al-Qalamoun le 13 suore greco-ortodosse sequestrate lo scorso 2 dicembre a Maalula insieme ad alcune giovani orfane. Dopo il video diffuso lo scorso 6 dicembre da al-Jazeera nessuno ha più trasmesso notizie riguardo alle religiose, nonostante le illazioni su una loro possibile liberazione già lo scorso 9 dicembre. Contattato dall'agenzia AsiaNews, il Patriarcato greco-ortodosso di Antiochia afferma di "non avere alcuna novità sulla condizione delle suore e delle tre giovani orfane di Maaloula". L'ultimo contatto diretto è stata la breve telefonata al patriarca di antiochia Youhanna X avvenuta pochi giorni dopo il sequestro. "Da allora - sottolinea una fonte del Patriarcato - nessuno si è messo in contatto con noi e gran parte delle novità le leggiamo su internet come il resto del mondo. Abbiamo visto il video diffuso da al-Jazeera, ma non abbiamo conferme dirette né sulla reale condizione delle suore, né sulle ragioni del loro sequestro e pensiamo che il filmato sul web non sia affidabile e siano necessarie ulteriori verifiche". Nel video le suore di Maaloula apparivano in buona salute e negavano di essere state rapite, ma solo messe al sicuro. Le donne sono state riprese con indosso i loro abiti religiosi, ma senza il tradizionale crocifisso. In queste ore sono in corso nella regione Qalamoun aspri combattimenti fra esercito e ribelli islamisti. L'area di cui fa parte il piccolo villaggio di Yabrud è situata a circa 50 km chilometri a nord ovest di Damasco ed è una delle più importanti roccaforti ribelli. Nella zona montagnosa al confine con il Libano vi sono diversi villaggi a maggioranza cristiana come Sadad e Hofar caduti nei mesi scorsi nelle mani degli estremisti islamici. Lunedì l'esercito ha riconquistato Nabak , Deir Attiya e Qara. Fonti di AsiaNews fanno notare che i ribelli che combattono contro Assad appartengono a varie fazioni: ognuna sfrutta i sequestri per vari fini. Alcuni gruppi, come nel caso degli autori del sequestro delle suore di Maaloula, tentano di smarcarsi dalle frange estremiste più violente e fanno passare i rapimenti come "azioni umanitarie volte alle protezione dei civili". Le più intransigenti e violente usano gli ostaggi come scudi umani e come merce di scambio nelle trattative con l'esercito di Assad. L'ultimo caso riguarda due giornalisti spagnoli, Javier Espinosa (El Mundo) e Ricardo Garcia (fotografo freelance), scomparsi il 16 settembre nella provincia di Raqqa (confine turco), che sarebbero da mesi nelle mani dei miliziani dello Stato islamico dell'Iraq e del levante. I due si trovavano in Siria proprio per documentare gli aspetti positivi della ribellione contro Assad. (R.P.)







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