2013-12-11 12:47:59

Centrafrica: appello dei vescovi al dialogo e alla pace


“Noi, vescovi del Centrafrica, condanniamo ogni tentativo di recupero politico che mira a mettere i centrafricani gli uni contro gli altri sotto il pretesto di appartenenze religiose”: è quanto scrivono in un messaggio, i presuli della Conferenza episcopale centrafricana (Ceca) preoccupati della situazione che sta vivendo la città di Bangui, attaccata giovedì scorso da gruppi di autodifesa anti-balaka (milizie locali di autodifesa con una forte componente cristiana), e del fatto che tali gruppi vengano associati ai cristiani. Il Centrafrica, dopo il colpo di stato del marzo scorso che ha deposto il presidente François Bozize, è teatro di scontri tra forze fedeli al deposto Capo dello Stato e ribelli della Seleka (formazione armata eterogenea con presenze islamiche). “Gli anti-balaka – precisano i vescovi – sono espressione dell’esasperazione di una parte della popolazione di fronte alle numerose vessazioni commesse dai ribelli della Seleka. Ma ogni volta – aggiungono – ribadiamo che non tutti gli anti-balaka sono cristiani e che non tutti i cristiani sono anti-balaka. Lo stesso è da dirsi per gli ex-seleka e i musulmani”. Nel messaggio anche la condanna delle estorsioni da parte dei gruppi armati, così come della distruzione e profanazione della moschea nella settima circoscrizione di Bangui. Stessa condanna per l’irruzione di ex-seleka nella parrocchia Notre-Dame d’Afrique dove è stato ferito un parrocchiano ed il presbiterio è stato saccheggiato. Esprimendo disappunto per il ricorso eccessivo e sproporzionato alla forza, i vescovi affermano che “per un ritorno effettivo alla pace le violenze e i conflitti interreligiosi sono in contraddizione con quanto professiamo nella fede”. “Oggi occorre promuovere anzitutto il dialogo interreligioso– sostengono i presuli – al fine di trasformare nel nostro Paese la dinamica di violenza e guerra in una dinamica di pace e solidarietà”. E non manca l’esortazione a promuovere la tolleranza e il perdono, oltre alla richiesta che si proceda alla smobilitazione, al disarmo e al rimpatrio dei mercenari ciadiani e sudanesi. “Raccomandiamo il ristabilimento urgente di un’armata repubblicana”, terminano i vescovi che chiedono sicurezza nel territorio nazionale, il ristabilimento di uno Stato di diritto e la lotta contro l’impunità. “Insieme – concludono – cerchiamo la pace per ricostruire il nostro bel Paese”. (T.C.)







All the contents on this site are copyrighted ©.