2013-12-10 15:54:32

Giornata Onu dei diritti umani. Ban Ki-moon: siano promossi a ogni livello


La Giornata mondiale dei diritti umani ha visto ieri a New York la consegna del premio quinquennale a chi si è distinto nella tutela delle prerogative fondamentali della persona. Quest’anno, riconoscimenti all’attivista contro la schiavitù, la mauritana Biram Dah Abeid; a Khadija Ryadi, da tre decenni in lotta in Marocco contro la violazione dei diritti umani; alla giovane pakistana, Malala Yousafzai, simbolo dell’impegno per il diritto allo studio delle donne; infine alla Corte di Giustizia del Messico, per l’azione volta alla protezione dei diritti costituzionali in Messico. Tra i diritti in crisi, quello alla salute, dal quale dipende il godimento di altre prerogative altrettanto importanti. Lucas Duran ne ha parlato con Nicoletta Dentico, presidente dell’Osservatorio Italiano sulla Salute Globale:RealAudioMP3

R. - La salute, come cita giustamente la Costituzione dell’Oms, non è soltanto l’assenza della malattia ma è uno stato di benessere psicofisico. E' uno stato anche di relazione, di vita, che vede la persona in piena dignità. Naturalmente, affinché questa salute esista, ci devono essere una serie di condizioni complementari. Per esempio, la possibilità di avere un lavoro, un’abitazione dignitosa, ma anche il diritto al credito per avere accesso alle risorse finanziarie, il diritto al cibo, all’acqua potabile... Quindi, c’è un corollario di altri diritti che afferisce alla salute - molto avvicinabile al diritto alla vita - purtroppo però questa complessità fa sì che il diritto alla salute spesso sia uno dei diritti più violati da politiche nazionali, o internazionali che aimè governano in questo momento il mondo.

D. - E’ vero che le diseguaglianze in materia di salute stanno aumentando non soltanto nel Sud del mondo ma anche nei Paesi industrializzati?

R. - Sì, perché sembra appunto che le regole dell’economia e del commercio internazionale abbiano “dichiarato guerra” alla salute. Queste sono realtà di cui poco si parla - a parte poche entità giornalistiche - che hanno però effetti irreparabili sulla salute su scala globale.







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