Commissione contro pedofilia: passo molto importante, ma che viene da lontano
P. Hans Zollner sj, preside dell'Istituto di Psicologia e responsabile del
Centro per la protezione dell’Infanzia della Pontificia Università Gregoriana
"La decisione
di Papa Francesco di costituire una specifica Commissione per la protezione dei minori
e delle vittime degli abusi è di grande importanza per tutta la Chiesa. Innanzitutto
perché è la prima decisione concreta che nasce dal 'Consiglio degli 8', il gruppo
di cardinali costituito dal Papa per per aiutarlo nel governo della Chiesa e nella
riforma della Curia. Da quanto ha annunciato il card. O'Malley, dando la notizia,
i porporati erano molto convinti su questo punto e il Pontefice ha accolto la proposta
con grande entusiasmo e decisione. Il fatto stesso che questa sia la prima decisione
del "C8" dimostra che il Papa a la Chiesa universale prendano molto sul serio il tema
della prevenzione degli abusi sui minori e degli abusi in genere. Ma è anche un segno
molto forte all'interno e all'esterno della Chiesa. All'interno per tutti coloro che
lavorano già da tempo nel campo della protezione degli abusi e per quelli che ancora
non se ne occupano o non vogliono ammettere che sia necessario impegnarsi urgentemente
in questocompito di cura delle vittime e di prevenzione. All'esterno è invece un segno
forte per i media e per tutti coloro che si occupano di questo campo d'azione. E'
il segno che la Chiesa è in prima linea nella lotta agli abusi".
"La Chiesa
universale aveva già preso molto sul serio questo compito fin dall'anno 2000, quando
l'allora cardinal Ratzinger, come prefetto della dottrina della fede, affidò alla
Congregazione la responsabilità della giurisdizione penale dei casi di abusi commessi
da membri del clero. E' quindi un interessamento che viene da lontano, confermato
dal fatto che dal 2005, come Papa, Joseph Ratzinger, in ogni viaggio internazionale
ha incontrato vittime di abusi e ha sostenuto e approvato documenti che hanno chiarito
la legislazione interna della Chiesa nei confronti degli abusatori. Oggi queste norme
sono tra le più severe legislazioni del mondo. Nel 2012 Benedetto XVI ci ha anche
autorizzato a organizzare alla Gregoriana un grande simposio internazionale ed ecclesiale
sulla prevenzione e la guarigione degli abusi. Quando nel gennaio scorso, poco prima
della sua rinuncia, gli abbiamo consegnato gli atti del convegno, Ratzinger era molto
interessato e ci ha incoraggiato e proseguire. Possiamo dire che durante il suo pontificato
Benedetto XVI ha fatto tutto ciò che si poteva fare per appoggiare le varie esperienze
in paesi come Brasile, Sudafrica e Filippine, dove la Chiesa cattolica è impegnata
da tempo nella implementazione dei programmi di prevenzione di abuso".
"Nel
giugno scorso Papa Francesco ci ha ricevuto e incoraggiato a proseguire il lavoro
del Centro per la protezione dei minori della Gregoriana, realizzato in collaborazione
con l'arcidiocesi di Monaco e Frisinga e l'università di Ulm. E' uno strumento che
dovrebbe servire per sensibillizzare e informare su come gestire un abuso in atto,
su come entrare in contatto con i minori vittime di abusi e punire gli abusatori".
"La
lista dei compiti che avrà questa Commissione, così come espressa dal card. O'Malley,
è molto estesa e impegnativa. Si tratta di attività che mirano a verificare se determinati
obiettivi sono realmente raggiunti e superano di gran lunga le competenze e le attività
di un centro come il nostro. Noi ci limitiamo a un compito di informazione e formazione,
iniziale e continua. Sia la collaborazione con le autorità civili che la revisione
delle linee guida elaborate dalle conferenze episcopali, dagli ordini religiosi -
su richiesta della congregaione per la dottrina della fede - per combattere gli abusi,
sono compiti molto impegnativi. Certamente servirà una struttura con compiti 'sussidiari',
che possa supervisionare i processi in corso nei vari paesi, intervenendo soprattutto
dove c'è una mancanza di risorse, raccomandando l'applicazione delle migliori pratiche
utilizzate da altri paesi. Mi auguro, comunque, che potremmo collaborare con la Commissione".
(Intervista a cura di Fabio Colagrande)