Nuova segreteria del Pd targato Renzi. Intervista con don Costa di Aggiornamenti Sociali
Matteo Renzi presenta la nuova segreteria del Pd: sette donne e cinque uomini. Per
il neo segretario: il punto non è far cadere il governo ma farlo lavorare affinché
il governo ottenga i risultati e dia risposte''. Ha poi ribadito che la legge elettorale
è una priorità per il suo partito e che bisogna uscire dalla logica del rinvio. Renzi
ha poi detto di non essere “preoccupato di tensioni con i gruppi parlamentari, ma
ognuno dovrà motivare le sue posizioni''. Lunedì pomeriggio l’incontro con Letta,
a Palazzo Chigi, durato oltre un'ora. I due hanno comunicato che è stato un faccia
a faccia "lungo, positivo e fruttuoso che conferma il nostro comune impegno. Lavoreremo
bene insieme". Alessandro Guarasci ha sentito PadreGiacomo Costa,
direttore della rivista Aggiornamenti Sociali:
R. - La legge
elettorale non è centrale solo per Renzi ma per tutto il Paese. In un certo senso
la prima spia, il primo segnale che permette a chi l’ha votato - ma anche a tutti
gli alti che comunque sono coinvolti nella votazione - di vedere se si tratta ancora
una volta di una situazione in cui la fiducia che viene data viene poi tradita - quindi
se siamo stati soltanto illusi - o se effettivamente si rivela un nuovo modo di gestire,
di fare politica, di andare avanti.
D. - Quanto sarà difficile secondo lei
il rapporto con Letta?
R. - Questo sarà importantissimo. In un certo senso
sarà la dimostrazione che Renzi ha certo la capacità di non fare “inciuci” ma anche,
come ripete spesso lui, la capacità di fare veramente politica per il bene comune.
Allo stesso tempo è una prova da segretario del partito di maggioranza, che farà vedere
a tutti quanto effettivamente il suo modo rinnovato, il suo desiderio di rinnovare
la politica sia veramente far politica, che include anche il dialogare con posizioni
diverse dalle proprie. Spero che la collaborazione con Letta, ma anche con altre persone
all’interno del suo partito, sia proprio un’occasione non tanto per negoziare, o rimanere
impastati nelle difficoltà ma sia il segnale di un nuovo modo di far politica: una
politica non centrata soltanto sulle prime donne, sulle grandi donne, su chi comanda
il partito ma capace di coinvolgere e responsabilizzare le persone a lui affidate.
Capace, quindi, di mettere insieme in maniera non conflittuale ma costruttiva tutto
il Paese.
D. - Allora, forse a questo punto più difficile sarà il dialogo con
i gruppi parlamentari, dove c’è tanta di quella classe politica che Renzi vuole “rottamare”…
R.
- E’ anche un’occasione per il nostro Paese - non soltanto per il Pd ma anche per
gli altri partiti - in cui una nuova generazione di quarantenni si assume una nuova
responsabilità e questo è sano; dopo un ventennio di logiche politiche che in un certo
senso hanno appesantito. Inoltre è un’occasione per vedere se siamo di fronte a macerie,
o rovine: macerie intese come quello che non ha più senso; le rovine invece sono quelle
che guardandole possiamo rivedere il passato, assumerlo e superarlo, addossandosi
il peso ed utilizzandone le risposte. Allora, sarà piuttosto questo il modo costruttivo
con cui Renzi può guardare a chi in un certo senso vuole “rottamare”: non soltanto
le macerie da sgombrare ma anche un passato da cui si può imparare ma che si è chiamati
anche a superare. Ultimo aggiornamento: 10 dicembre