Messaggio del Papa per la Giornata mondiale del malato. Testo integrale
Pubblicato il Messaggio di Papa Francesco per la XXII Giornata mondiale del malato,
che si celebra l’11 febbraio 2014. sul tema "Fede e carità: «Anche noi dobbiamo dare
la vita per i fratelli» (1 Gv 3,16)". Di seguito il testo integrale:
Cari
fratelli e sorelle,
1. In occasione della XXII Giornata Mondiale del Malato,
che quest’anno ha come tema Fede e carità: «Anche noi dobbiamo dare la vita per i
fratelli» (1 Gv 3,16), mi rivolgo in modo particolare alle persone ammalate e a tutti
coloro che prestano loro assistenza e cura. La Chiesa riconosce in voi, cari ammalati,
una speciale presenza di Cristo sofferente. E’ così: accanto, anzi, dentro la nostra
sofferenza c’è quella di Gesù, che ne porta insieme a noi il peso e ne rivela il senso.
Quando il Figlio di Dio è salito sulla croce ha distrutto la solitudine della sofferenza
e ne ha illuminato l’oscurità. Siamo posti in tal modo dinanzi al mistero dell’amore
di Dio per noi, che ci infonde speranza e coraggio: speranza, perché nel disegno d’amore
di Dio anche la notte del dolore si apre alla luce pasquale; e coraggio, per affrontare
ogni avversità in sua compagnia, uniti a Lui.
2. Il Figlio di Dio fatto uomo
non ha tolto dall’esperienza umana la malattia e la sofferenza, ma, assumendole in
sé, le ha trasformate e ridimensionate. Ridimensionate, perché non hanno più l’ultima
parola, che invece è la vita nuova in pienezza; trasformate, perché in unione a Cristo
da negative possono diventare positive. Gesù è la via, e con il suo Spirito possiamo
seguirlo. Come il Padre ha donato il Figlio per amore, e il Figlio ha donato se stesso
per lo stesso amore, anche noi possiamo amare gli altri come Dio ha amato noi, dando
la vita per i fratelli. La fede nel Dio buono diventa bontà, la fede nel Cristo Crocifisso
diventa forza di amare fino alla fine e anche i nemici. La prova della fede autentica
in Cristo è il dono di sé e il diffondersi dell’amore per il prossimo, specialmente
per chi non lo merita, per chi soffre, per chi è emarginato.
3. In forza del
Battesimo e della Confermazione siamo chiamati a conformarci a Cristo, Buon Samaritano
di tutti i sofferenti. «In questo abbiamo conosciuto l’amore; nel fatto che egli ha
dato la sua vita per noi; quindi anche noi dobbiamo dare la vita per i fratelli» (1
Gv 3,16). Quando ci accostiamo con tenerezza a coloro che sono bisognosi di cure,
portiamo la speranza e il sorriso di Dio nelle contraddizioni del mondo. Quando la
dedizione generosa verso gli altri diventa lo stile delle nostre azioni, facciamo
spazio al Cuore di Cristo e ne siamo riscaldati, offrendo così il nostro contributo
all’avvento del Regno di Dio.
4. Per crescere nella tenerezza, nella carità
rispettosa e delicata, noi abbiamo un modello cristiano a cui dirigere con sicurezza
lo sguardo. È la Madre di Gesù e Madre nostra, attenta alla voce di Dio e ai bisogni
e difficoltà dei suoi figli. Maria, spinta dalla divina misericordia che in lei si
fa carne, dimentica se stessa e si incammina in fretta dalla Galilea alla Giudea per
incontrare e aiutare la cugina Elisabetta; intercede presso il suo Figlio alle nozze
di Cana, quando vede che viene a mancare il vino della festa; porta nel suo cuore,
lungo il pellegrinaggio della vita, le parole del vecchio Simeone che le preannunciano
una spada che trafiggerà la sua anima, e con fortezza rimane ai piedi della Croce
di Gesù. Lei sa come si fa questa strada e per questo è la Madre di tutti i malati
e i sofferenti. Possiamo ricorrere fiduciosi a lei con filiale devozione, sicuri che
ci assisterà, ci sosterrà e non ci abbandonerà. È la Madre del Crocifisso Risorto:
rimane accanto alle nostre croci e ci accompagna nel cammino verso la risurrezione
e la vita piena.
5. San Giovanni, il discepolo che stava con Maria ai piedi
della Croce, ci fa risalire alle sorgenti della fede e della carità, al cuore di Dio
che «è amore» (1 Gv 4,8.16), e ci ricorda che non possiamo amare Dio se non amiamo
i fratelli. Chi sta sotto la Croce con Maria, impara ad amare come Gesù. La Croce
«è la certezza dell’amore fedele di Dio per noi. Un amore così grande che entra nel
nostro peccato e lo perdona, entra nella nostra sofferenza e ci dona la forza per
portarla, entra anche nella morte per vincerla e salvarci…La Croce di Cristo invita
anche a lasciarci contagiare da questo amore, ci insegna a guardare sempre l’altro
con misericordia e amore, soprattutto chi soffre, chi ha bisogno di aiuto» (Via Crucis
con i giovani, Rio de Janeiro, 26 luglio 2013). Affido questa XXII Giornata Mondiale
del Malato all’intercessione di Maria, affinché aiuti le persone ammalate a vivere
la propria sofferenza in comunione con Gesù Cristo, e sostenga coloro che se ne prendono
cura. A tutti, malati, operatori sanitari e volontari, imparto di cuore la Benedizione
Apostolica.