Il Papa: pregare è dare “fastidio” a Dio perché ci ascolti, sempre sicuri del suo
intervento
Pregare con insistenza e con la certezza che Dio ascolterà la nostra preghiera. Su
questo aspetto ha riflettuto Papa Francesco nell’omelia della Messa celebrata nel
primo venerdì d'Avvento in Casa Santa Marta. La preghiera, ha affermato, il Papa ha
due atteggiamenti: è “bisognosa” e allo stesso tempo è “sicura” del fatto che Dio,
nei suoi tempi e nei suoi modi, esaudirà il bisogno. Il servizio di Alessandro
De Carolis:
La preghiera,
quando è cristiana sul serio, oscilla tra il bisogno che sempre contiene e la certezza
di essere esaudita, anche se non si sa con esattezza quando. Questo perché chi prega
non teme di disturbare Dio e nutre una fiducia cieca nel suo amore di Padre. Cieca
come i due non vedenti del brano del Vangelo di oggi, che gridano dietro a Gesù il
loro bisogno di essere guariti. O come il cieco di Gerico, che invoca l’intervento
del Maestro con una voce più alta di chi vuole zittirlo. Perché Gesù stesso – ricorda
Papa Francesco – ci ha insegnato a pregare come “l’amico fastidioso” che mendica del
cibo a mezzanotte, o come “la vedova col giudice corrotto”:
“Non so se forse
questo suona male, ma pregare è un po’ dare fastidio a Dio, perché ci ascolti. Ma,
il Signore lo dice: come l’amico a mezzanotte, come la vedova al giudice… E’ attirare
gli occhi, attirare il cuore di Dio verso di noi… E questo lo hanno fatto anche quei
lebbrosi che gli si avvicinarono: ‘Se tu vuoi, puoi
guarirci!’. Lo hanno fatto con una certa sicurezza. Così, Gesù ci insegna a pregare.
Quando noi preghiamo, pensiamo a volte: ‘Ma, sì, io dico questo bisogno, lo dico al
Signore una, due, tre volte, ma non con tanta forza. Poi mi stanco di chiederlo e
mi dimentico di chiederlo’. Questi gridavano e non si stancavano
di gridare. Gesù ci dice: ‘Chiedete’, ma anche ci dice: ‘Bussate alla porta’, e chi
bussa alla porta fa rumore, disturba, dà fastidio”.
Insistenza ai limiti
del fastidio, dunque. Ma anche una incrollabile certezza. I ciechi del Vangelo sono
ancora di esempio. “Si sentono – afferma Papa Francesco – sicuri di chiedere al Signore
la salute”, perché alla domanda di Gesù se credano che Egli possa guarirli, loro rispondono:
“Sì, Signore, crediamo! Siamo sicuri!”:
“E la preghiera ha questi due atteggiamenti:
è bisognosa ed è sicura. Preghiera bisognosa sempre: la preghiera, quando noi chiediamo
qualcosa, è bisognosa: 'Ho questo bisogno, ascoltami, Signore'. Ma anche, quando è
vera, è sicura: ‘Ascoltami! Io credo che tu possa farlo perché tu lo hai promesso’”.
“Lui
l’ha promesso”: ecco la pietra angolare su cui poggia la certezza di una preghiera.
“Con questa sicurezza – ripete Papa Francesco – noi diciamo al Signore i nostri bisogni,
ma sicuri che lui possa farlo”. Pregare, dice ancora, è sentirci rivolgere da Gesù
la domanda ai due ciechi: “Tu credi che io possa fare questo?”:
“Lui può
farlo. Quando lo farà, come lo farà non lo sappiamo. Questa è la sicurezza della preghiera.
Il bisogno di dirlo con verità, al Signore. ‘Sono cieco, Signore. Ho questo bisogno.
Ho questa malattia. Ho questo peccato. Ho questo dolore…’, ma sempre la verità, come
è la cosa. E Lui sente il bisogno, ma sente che noi chiediamo il suo intervento con
sicurezza. Pensiamo se la nostra preghiera è bisognosa ed è sicura: bisognosa, perché
diciamo la verità a noi stessi, e sicura, perché crediamo che il Signore possa fare
quello che noi chiediamo”.