Il direttore di Nigrizia: "Mandela, uomo libero dal potere"
P. Efrem Tresoldi, comboniano, direttore di Nigrizia, per 20 anni missionario
in Sudafrica "L'impressione
che lasciava Nelson Mandela, quando lo incontravi, era quella di una persona carismatica
che dedicava ai suoi interlocutori un'attenzione totale, dimenticando per un attimo
tutto il resto. Era soprattutto un laeder capace di non cedere alle lusinghe del potere.
Non si è comportato come tanti altri eroi, liberatori del loro popolo, che una volta
giunti al potere si sono trasformati in oppressori. Madiba ha saputo capire i
suoi limiti, l'anzianità in questo caso. Si era reso conto che a 76 anni non poteva
governare un Paese così complesso che usciva da un periodo difficilissimo. Accettò
di candidarsi a presidente della prima Repubblica democratica Sudafricana solo a condizione
di non essere rieletto per un secondo mandato. Era un uomo libero dal potere che interpretava
l'autorità come servizio, non come prilivegio personale".
"Ho apprezzato
molto la preghiera di Papa Francesco, contenuta nel suo telegramma di condoglianze
per la morte di Mandela. Il Papa prega "perché l'esempio dell'ex presidente ispiri
generazioni di sudafricani affinché mettano la giustizia e il bene comune avanti a
tutto nelle loro aspirazioni politiche". Oggi nel Sudafrica post-apartheid, infatti,
dopo i primi entusiasmi di giustizia sociale e uguaglianza, ha prevalso in molti aspetti
la logica del potere, della corruzione, dell'arricchimento, dell'individualismo, del
potere. E penso che a questo falso ideale abbiano purtroppo aderito anche tanti
giovani disoccupati, con una scarsa istruzione scolastica, che guardano alla politica
come un mezzo per arricchirsi o arrivare al potere. Questo non era certo il pensiero
di Mandela che ha sempre lottato per una politica che potesse realizzare gli ideali
di uguaglianza e libertà. L'ammonimento del Papa è molto opportuno perché la tentazione
del consumismo, del materialismo, si è diffusa anche nella società sudafricana e soprattutto
tra i giovani più disperati, senza prospettive future, che rischianio di cadere in
questa trappola". (Intervista di Fabio Colagrande)