Libano: per i vescovi è sotto attacco la sovranità nazionale
Certe Nazioni si comportano nei confronti del Libano “come se non fosse uno Stato
sovrano”, e pretendono di esercitare nei suoi confronti un “diritto di tutela”. In
questo modo, “di fatto, il Libano diviene ostaggio delle prove di forza degli equilibri
regionali e delle politiche internazionali”. Così scrivono nero su bianco i vescovi
maroniti nel comunicato conclusivo della loro assemblea mensile tenutasi a Bkerkè,
sotto la presidenza del patriarca di Antiochia dei Maroniti Bechara Boutros Rai. Nel
comunicato, pervenuto all'agenzia Fides, si fa esplicito riferimento agli atti di
“pirateria” contro la sovranità dello Stato libanese realizzati da Israele attraverso
le sue “reti di spionaggio e la violazione dello spazio aereo”. Ma compaiono anche
riferimenti impliciti all'asse tra l'Iran e Hezbollah, il partito degli sciiti libanesi.
In Libano - denunciano i vescovi maroniti - “ogni comunità si ripiega nella costruzione
di un proprio 'mini-Stato'”, con l'appoggio di alleati esterni al Paese. I vescovi
maroniti usano parole dure nei confronti della classe politica libanese, accusata
di servilismo, corruzione e clientelismo su base confessionale, mentre esprimono “la
loro più alta stima per il ruolo giocato dall'esercito e da tutte le forze dell'ordine”
in un momento in cui la paralisi istituzionale e politica pone il Paese a rischio
di disintegrazione. (R.P.)