Iraq: a Kirkuk assalto al Centro commerciale. Vittime ed ostaggi
Sono ancora confuse le notizie che giungono da Kirkuk, teatro di una assalto a un
Centro commerciale da parte di uomini armati dov’è in corso un’operazione delle forze
di sicurezza irachene. Secondo i primi bilanci in circolazione, attribuiti al responsabile
provinciale della Sanità, Sabah Mohamed Amine, almeno sei persone sono state uccise,
altre 70 ferite e un numero imprecisato di civili è nelle mani degli assalitori, asserragliati
nell’edificio da ieri pomeriggio. Un bilancio ancora provvisorio, hanno precisato
le autorità della località settentrionale, e probabilmente destinato ad aggravarsi:
due o tre uomini armati che indossano cinture con esplosivi si troverebbero ancora
all’interno del Jawahir Mall di Kirkuk, in fiamme. Alcune fonti locali riprese dall'agenzia
Misna, sostengono che le vittime sarebbero già 25. In base alla ricostruzione dei
fatti riferita da fonti di stampa panaraba e internazionale, l’attacco è cominciato
con l’esplosione di un’autobomba verso le 13.30 ora locale nei pressi dell’ufficio
dei servizi segreti della polizia, non lontano dal Centro commerciale, seguita da
una sparatoria tra forze di sicurezza ed assalitori. In un secondo momento il gruppo
di uomini armati, dal numero imprecisato, è penetrato nell’edificio di cinque piani
e ha raggiunto il tetto da dove hanno aperto il fuoco contro la polizia, uccidendo
alcuni agenti. Nel blitz delle forze di sicurezza in corso al Jawahir Mall – un importante
Centro commerciale di 100 negozi che si trova in un quartiere a maggioranza turkmena
– almeno 11 persone sono già state liberate e un assalitore è stato arrestato. Il
governatore di Kirkuk, Najmaldin Karim, ha assicurato che la polizia è impegnata a
“salvare gli altri ostaggi” e a “riprendere il pieno controllo” del Centro commerciale.
“Avevo detto alle forze di sicurezza di non sottovalutare la situazione così calma
negli ultimi mesi a Kirkuk. Avevamo ricevuto informazioni in merito a un attacco pianificato
da terroristi e ora stiamo indagando” ha aggiunto Karim. Altrove tre persone sono
rimaste uccise in diversi attacchi a Baghdad, Mossul, Fallujah e nei pressi di Tikrit.
L’insolito attacco nella ricca regione petrolifera e multietnica di Kirkuk, che separa
il Centro a maggioranza sunnita e il nord per lo più curdo, si inserisce in un contesto
di violenza diffusa e crescente. Lo scorso ottobre, il mese più sanguinoso in Iraq
dall’aprile 2008, si erano contati 964 morti in attentati che hanno colpito indiscriminatamente
civili e militari nei luoghi più vari, dai bar alle moschee ai campi di calcio. Il
primo ministro Nuri Al Maliki ha di recente denunciato una “guerra genocida”. Le autorità
puntano il dito contro gli insorti sunniti legati alla rete di Al Qaida, rinvigoriti
dal conflitto nella confinante Siria. Analisti e diplomatici stranieri ricollegano
l’escalation di violenza alla frustrazione della minoranza sunnita che si considera
discriminata dal governo di Al Maliki, dominato dai sciiti. (R.P.)