2013-12-04 20:15:52

Legge elettorale. La Consulta boccia il Porcellum


La Corte Costituzionale, chiamata a pronunciarsi dopo un ricorso di un gruppo di cittadini sulla legge elettorale, il cosiddetto Porcellum, ha dichiarato illegittimo sia il premio di maggioranza senza soglia sia le liste bloccate. “Il Parlamento – afferma la Consulta – può sempre approvare nuove leggi elettorali, secondo le proprie scelte politiche, nel rispetto dei principi costituzionali". Le motivazioni saranno rese note nelle prossime settimane. Adriana Masotti ne ha parlato con Francesco Bonini, professore ordinario di storia delle istituzioni politiche all’ Università Lumsa di Roma.

R. – La necessità che la Consulta si pronunci sulla legge elettorale è un fatto assolutamente anomalo. La legge elettorale è per definizione uno dei massimi atti politici di un parlamento e quindi dover aspettare la sentenza della Consulta la dice molto lunga e drammaticamente sulla debolezza e sulla crisi del nostro sistema politico.

D. – Ma perché questa difficoltà a trovare un accordo da parte delle forze politiche?

R. – E’ molto difficile trovare un accordo, perché tutti gli interlocutori sono molto deboli. Quando gli attori di un processo decisionale sono deboli, difficilmente si prendono il rischio di fare delle scelte. E’ quello che accade in Italia dalla fine degli Ottanta. Se noi andiamo a vedere quello che successe nel 1993, anche allora si poneva il problema di cambiare la legge elettorale e la legge elettorale cambiò soltanto per la pronuncia di un referendum abrogativo. Dopodiché si arrivò a redigere, in fretta e furia, una legge molto squilibrata e certamente non chiara: il cosiddetto Mattarellum, che combina elementi di maggioritario ed elementi di proporzionale e che non a caso è stata molto critica nelle sue prime applicazioni, anche se adesso qualcuno vorrebbe farla rivivere. Questo, appunto, ci induce a fare una riflessione veramente approfondita e a cercare quali possano essere i rimedi non di breve, ma di lungo periodo; e non soltanto sulla legge elettorale, ma in generale sull’ assetto delle nostre istituzioni.

D. – Si sta parlando di riforma di una legge elettorale con sullo sfondo elezioni a non troppa distanza: questo incide – diciamo –sul fatto che nessuno, in fondo, vuol cambiarla veramente?

R. – Certo! In concreto il sistema attuale garantisce tutti: garantisce prima di tutto i partiti, perché possono mettere in lista persone di diretta scelta; e garantisce anche il fatto che sia comunque attribuito un premio elettorale molto robusto alla Camera e anche per certi aspetti al Senato. Se poi questo comporti o non comporti un chiaro risultato e una precisa governabilità, questa alla fine è una questione che non risulta prioritaria per le forze politiche.

D. – Da parte dei cittadini c’è, invece, ancora un grande interesse a che si faccia una nuova legge elettorale: sembrerebbe un tema lontano dalle faccende e dalle preoccupazioni quotidiane, invece i sondaggi dicono che è ancora tra i primi posti tra le urgenze indicate…

R. – L’Italia è ancora una delle democrazie in cui i cittadini partecipano al voto con percentuali notevolmente superiori a quelle delle medie generali. Quindi gli italiani tengono al voto e tengono anche che il loro voto conti! Per questo, indubbiamente, c’è un grande malcontento sul sistema attuale della rappresentanza e c’è un invito alle forze politiche a darsi da fare. Ma è anche vero che la pazienza dei cittadini non è infinita: e, infatti, cresce la protesta e certamente alle prossime elezioni bisognerà tener conto che una grande percentuale sarà per coloro che rappresentano la protesta e il malcontento degli italiani.








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