Ucraina: appello alla pacificazione dei leader cristiani
L’arcivescovo maggiore di Kiev, Sviatoslav Shevchuk, ha condannato la violenta repressione
delle forze dell'ordine ucraine delle manifestazioni nella capitale contro il rifiuto
opposto dal Presidente Viktor Yanukovich di firmare l'accordo di associazione con
l’Unione Europea. “Non dobbiamo rispondere alla violenza con la violenza”, ha affermato
il capo delle Chiesa greco-cattolica ucraina citato dall’agenzia Risu, chiedendo di
fermare l’escalation che “rischia di portare a conseguenze ancora più tragiche”.
Dello stesso tenore gli appelli dei leader delle Chiese ortodosse nel Paese. Il patriarca
Filarete, a capo della Chiesa ortodossa ucraina, ha esortato “la polizia , ma anche
i manifestanti a evitare ulteriori violenze”. La Chiesa ortodossa ucraina legata al
patriarcato di Mosca ha diffuso, da parte sua, una dichiarazione del metropolita Volodymyr
Sabodan, che esorta a “non dividere la società ucraina” e a pregare per la pace evitando
“il ricorso alla violenza per risolvere i dissidi”. Un comunicato della Università
Cattolica Ucraina diffuso ieri - e rilanciato integralmente in lingua inglese dall’agenzia
di informazione ucraina “Risu” - afferma che “le scene di violenza che abbiamo visto
domenica, messe in atto da provocatori di fronte al palazzo dell’amministrazione presidenziale,
non sono meno scioccanti delle riprese della brutale dispersione ad opera della speciale
polizia antisommossa dei manifestanti sulla piazza di Maidan. La violenza è sempre
terribile, non importa chi la commette”. I membri dell’Università Cattolica si rivolgono
a tutti i cittadini ucraini, “cari compatrioti”, ricordano che il 1° dicembre è “un
giorno luminoso” per la storia dell‘Ucraina perché fu il giorno del referendum pacifico
per l‘indipendenza nel 1991 ma - aggiungono - quest’anno “è stato offuscato dalla
violenza”. (L.Z.)