Terra dei fuochi. Don Patriciello: decreto primo passo, risanare economia sommersa
Il Consiglio dei ministri ha approvato il decreto legge sulla cosiddetta "Terra dei
fuochi", la zona compresa tra Napoli e Caserta, per contrastare l’emergenza legata
ai roghi tossici e allo smaltimento illegale di rifiuti industriali, gestito per decenni
dalla camorra. Per la prima volta – sottolinea il premier Enrico Letta - il governo
affronta il problema. Il servizio di Amedeo Lomonaco:
L’introduzione
del reato di combustione dei rifiuti, l’inasprimento delle sanzioni, tra cui anche
il carcere, la mappatura delle aree interessate dall’emergenza e l’accelerazione delle
attività di bonifica. Sono alcune delle misure contenute nel decreto che prevede anche
entro 150 giorni, non escludendo la possibilità di utilizzare i militari, il controllo
di tutti i terreni. Le aree agricole non saranno più coltivabili per fini alimentari
se non saranno consentite le verifiche. Inoltre, chiunque appicca il fuoco a rifiuti
abbandonati, ovvero depositati in maniera incontrollata in aree non autorizzate, è
punito con la reclusione da due a cinque anni. Sul decreto, il commento di don
Maurizio Patriciello, parroco di Caivano, in prima linea nella lotta contro i
roghi tossici e gli sversamenti illegali di rifiuti:
R. – Logicamente, siamo
ai primi passi di un discorso più lungo. C’è tutto il discorso che riguarda la sanità,
la salute delle persone. Però, si comincia bene. Siamo molto contenti per la mappatura
dei terreni, che per noi è fondamentale per ridare respiro all’agricoltura. Questa
storia si è abbattuta con mano pesante sull’economia agricola. Abbiamo veramente gli
agricoltori con l’acqua alla gola. Se ci sono territori avvelenati, la gente ha il
diritto di saperlo e questi territori devono diventare "no food", devono essere coltivati
non per fini alimentari. E poi siamo molto contenti per quanto riguarda l’inasprimento
delle pene: era veramente ridicolo che chi veniva colto in fragrante a bruciare o
a sversare nei terreni agricoli fosse solamente multato. Per quanto riguarda l’inasprimento
delle pene, noi andiamo a toccare l’ultima ruota di questo carro. E’ importantissimo,
ma dobbiamo arrivare alla prima ruota di questo carro: la produzione in "nero". Se
ci sono fabbriche che lavorano in nero – producono borse, scarpe e tessuti in nero
– poi hanno l’esigenza di smaltire, in nero, gli scarti della loro produzione.
D.
– Dunque, un’economia sana è proprio un elemento cruciale per fare in modo che in
prospettiva, speriamo il prima possibile, si possano vedere gli effetti anche in termini
di salute del territorio…
R. – D’altronde, questo converrebbe da tutti i punti
di vista, anche da un punto di vista meramente economico. Quanto costa un malato di
tumore alla nostra sanità pubblica? Se noi abbiamo un aumento di tumori in Campania
dovuto anche a questo problema, al di là del dramma umanitario che per me rimane la
cosa principale, quanto ci viene a costare? Ma conviene questo scempio? Una filiera
legale di industrie certamente a lungo andare, anche dal punto di vista economico,
converrebbe di più.
Il provvedimento – scrive il ministro dell’Ambiente Andrea
Orlando – afferma un principio fondamentale: la tutela dell’ambiente è “tutt’uno con
lotta alla criminalità organizzata”. Per la prima volta, aggiunge il premier Enrico
Letta, il governo “affronta il problema della terra dei fuochi”. Si tratta di “una
risposta senza precedenti” - sottolinea infine Letta - per recuperare il tempo perduto.