Evangelii Gaudium. Nelle omelie "che il Signore brilli più del ministro"
"L'omelia non può essere
uno spettacolo di intrattenimento, non risponde alla logica delle risorse mediatiche,
ma deve dare fervore e significato alla celebrazione [...] Deve essere breve ed evitare
di sembrare una conferenza o una lezione" [...] Bisogna dire "parole che fanno ardere
i cuori", rifuggendo da una "predicazione puramente moralista o indottrinante [...]
Bisogna lasciarsi commuovere dalla Parola e farla diventare carne nella sua esistenza
concreta". Sono alcuni dei punti salienti dell'Esortazione Apostolica di Francesco
in cui si richiama i sacerdoti a prepararsi adeguatamente affinché le omelie - come
il Papa aveva già sottolineato nel suo discorso al clero in occasione della visita
ad Assisi - non risultino noiose. "Un predicatore che non si prepara non è spirituale
- scrive il Papa - è disonesto ed irresponsabile verso i doni che ha ricevuto". P.
Luca Bianchi, docente di Storia della Spiritualità patristica ed orientale alla Pontificia
Università Antonianum, ci aiuta ad entrare nel carisma della predicazione
del Vangelo: "L'omelia è il dialogo di Dio con il suo popolo e il Papa ci ricorda
che dobbiamo riscoprire una Chiesa come madre. Solo così possiamo usare un linguaggio
materno nello spiegare, proprio con il calore di una madre, la Parola del Signore.
Le omelie a Santa Marta ci stanno aiutando ad imparare uno stile di sintesi e fatto
per immagini - precisa il religioso cappuccino - come Gesù sapeva fare così bene.
In questo la liturgia orientale può essere un modello di efficacia poetica per
la trasmissione della Buona Notizia". (a cura di Antonella Palermo)