Egitto: critiche della Chiesa cattolica per chi decide di emigrare
I cristiani egiziani dovrebbero restare nel loro Paese e aiutarlo a migliorare invece
di scegliere la strada facile dell’emigrazione. E’ quanto ha affermato all’agenzia
Cns il portavoce della Chiesa cattolica in Egitto, padre Rafic Greiche. Stando ai
dati forniti dalle ambasciate straniere in Egitto, almeno 300mila cristiani hanno
abbandonato il Paese dalla fine del regime di Mubarak nel 2011, ma il numero esatto
è difficilmente verificabile, perché tra gli espatriati ci sono anche cittadini egiziani
che hanno passaporti stranieri. Si tratta di persone con un alto livello di istruzione,
spiega padre Greiche, che non risparmia critiche a questa scelta: “A volte i motivi
sono legittimi, ma la maggior parte di queste persone lasciano il Paese al primo problema”
, ha detto il sacerdote. “Abbiamo bisogno che investano non solo i loro soldi, ma
anche le loro energie qui e come cristiani hanno il dovere di essere missionari nel
loro Paese”. Secondo padre Greiche, come per altri leader cristiani egiziani, l’escalation
delle violenze seguita alla destituzione del Presidente Morsi a luglio è in larga
parte da attribuire ai Fratelli Musulmani e ai gruppi islamisti. Di queste violenze
è stata vittima anche la comunità cristiana, che rappresenta il 10% della popolazione.
Ad agosto, al culmine degli scontri tra l’esercito e i sostenitori di Morsi, una settantina
di chiese sono state bruciate e saccheggiate. Da allora gli attacchi sono diminuiti
, anche se la tensione resta ancora altissima e a novembre si è registrata una nuova
ondata di violenza contro il governo. (L.Z.)