Centrafrica. La Chiesa: “L’arrivo delle truppe francesi e africane sta avendo effetti
positivi”
“La situazione nella capitale è calma così come a Bangassou. Si inizia ad avvertire
la presenza dei 200 soldati francesi e dei circa 500 militari congolesi arrivati ieri
nel Paese” dice all’agenzia Fides mons. Juan José Aguirre Muños, vescovo di Bangassou
che si trova a Bangui, capitale della Repubblica Centrafricana. Con l’avvio del dispiegamento
delle truppe francesi e africane, secondo mons. Aguirre “possiamo descrivere tre diverse
situazioni nelle quali vive il Paese. In primo luogo i ribelli Seleka sembrano essere
in fuga per lo meno da Bangui e dalle aree limitrofe. “Fuori di Bangui – dice mons.
Aguirre - si sono avuti degli scontri tra i ribelli Seleka, soprattutto quelli di
origine straniera, che scappano portandosi dietro il frutto dei loro saccheggi, e
la popolazione che, non avendo più paura, sbarra loro la strada, cercando di recuperare
i propri beni. Ho saputo che ci sono state vittime a Damara e a Bouali, a 40-50 km
da Bangui”. “Nel nord, dove il deposto Presidente Bozizé è originario la situazione
è differente” prosegue il vescovo. “A Bouca e a Bossangoa diverse migliaia di persone,
in maggioranza cristiani, sono ancora rifugiate nelle missioni cattoliche. A Bouca
per esempio 30.000 persone sono accolte nella missione cattolica, mentre i musulmani
non si muovono dal loro quartiere. Gli sfollati vivono nella paura, e soffrono la
mancanza di cibo e medicinali”. “Infine abbiamo la situazione come quella della mia
diocesi, Bangassou, dove i Seleka “buoni”, chiamiamoli cosi, in collaborazione con
i militari della Fomac hanno sequestrato le armi alle bande irregolari” afferma mons.
Aguirre. “A Bangassou abbiamo costituito da un mese un gruppo di mediazione formato
da musulmani, cattolici e protestanti, per promuovere la pace e la riconciliazione
attraverso il perdono. Questo lavoro sta portando già i primi frutti: Domenica di
Cristo Re, 24 novembre, una folta delegazione di musulmani ed una di protestanti ha
assistito alla Messa. Al mio ritorno a Bangassou si terrà un incontro di preghiera
interconfessionale per la pace e la riconciliazione”. “Quindi la situazione centrafricana
è differente a secondo del luogo dove ci si trova. Le tensioni interconfessionali
sono più forti nel nord, ma credo che con il dispiegamento delle truppe francesi ed
africane sarà possibile evitare lo scontro interreligioso, che d’altronde nessuno
ha pianificato. Occorre comunque continuare a lavorare per la riconciliazione” conclude
il vescovo. (R.P.)