2013-12-01 08:23:42

Presentato a Roma il Quadro Finanziario Europeo 2014-2020: nuovi investimenti in ricerca e infrastrutture


Dopo 2 anni di negoziati, il Parlamento Europeo il 20 novembre scorso ha approvato l’accordo politico, raggiunto a giugno con il Consiglio, sul Bilancio europeo 2014-2020. Il quadro finanziario pluriennale traduce in termini finanziari le priorità politiche dell’Unione per una durata di 7 anni, e prevede 152 miliardi di Euro in stanziamenti di impegno e 144 miliardi di Euro in stanziamenti di pagamento; cifre enormi, messe a disposizione dai 28 Stati dell’Unione, ma che rappresentano solo l’1% del Pil di ogni singolo Stato. Particolarmente importanti le risorse destinate alla competitività, alla coesione sociale, all’istruzione e all’occupazione giovanile. Il quadro finanziario pluriennale e il bilancio europeo sono stati presentati nei giorni scorsi a Roma da Silvano Presa, direttore presso la Direzione generale Bilancio della Commissione Europea. Salvatore Sabatino lo ha intervistato:RealAudioMP3

R. - Il bilancio europeo è un bilancio fondato per la maggior parte da investimenti a favore dei Paesi meno sviluppati: ci sono interventi di politica sociale; ci sono aumenti in valore assoluto per quanto riguarda le infrastrutture e la politica di ricerca. Quindi, crea le condizioni per un rilancio dell’attività economica. In più, sul piano sociale, c’è un programma specifico a favore dell’occupazione giovanile che si accompagna al fondo sociale europeo, che ha come obiettivo in particolare di tutelare e stimolare la situazione delle fasce meno favorite della popolazione.

D. – Rispetto a quella che è la piattaforma per la povertà - uno strumento che ha l’Unione Europea per intervenire proprio sulle fasce più deboli - ci sono novità al riguardo?

R. – Più che una novità specifica, c'è lo sforzo congiunto dei vari strumenti che riguardano l’intervento nel campo dell’istruzione, della formazione, dell’accompagnamento delle fasce di popolazione più svantaggiate; ma anche opportunità di sviluppare la crescita economica e quindi dare più opportunità all’insieme della popolazione, di cui possono trarre vantaggio anche le fasce più deboli all’interno di ogni paese.

D. – Mi vorrei soffermare con lei su di un caso specifico, quello della Grecia, il Paese in questo momento più in difficoltà nell'Unione Europea. Sono in programma interventi particolari?

R. – La Grecia continuerà a beneficiare di stanziamenti ingenti per la “politica di coesione”, quindi per il Fondo di Sviluppo Regionale, fondo sociale. A livello dell’Unione Europea ci sono stati anche interventi per cercare di ristabilizzare le finanze pubbliche della Grecia; in più - essendo un Paese esposto alle pressioni dei flussi migratori - ci sono interventi in favore della Grecia per la capacità di gestire questi flussi che hanno un impatto anche per il resto dell’Unione Europea. Quindi, c’è uno sforzo di accompagnamento della crisi in Grecia che dovrebbe facilitare il rilancio della situazione economica.

D. – L'Euro-scetticismo sta aumentando sempre più nell’Unione Europea. Una sua valutazione personale su cosa si può fare per far arrivare l’Unione Europea nelle case dei cittadini europei, e non considerarle sempre istituzioni lontane…

R. – Dal punto di vista del bilancio europeo, l’obiettivo è quello di favorire le condizioni per un rilancio economico. Le politiche europee servono anche a tutelare i cittadini nel campo della protezione dei consumatori; per la mobilità all’interno dell’Unione Europea; per garantire anche la sicurezza dei cittadini nel campo, per esempio, della protezione alimentare e anche per quanto riguarda altre politiche, per esempio, quelle per la mobilità di studenti e ricercatori… Quindi, l’Unione Europea interviene su vari campi e su vari livelli in cui le attività quotidiane dei cittadini sono rispecchiate. Evidentemente riguarda anche l’attività in campo nazionale, è un po’ il sistema politico, ma anche di informazione di divulgare di più questo impatto. Comunque i soldi che vengono utilizzati nel bilancio europeo non vanno a Bruxelles ma la maggior parte rientra negli Stati membri.

D. – Non è il “nemico” in casa…

R. – No. Non è il “nemico” in casa, al contrario. Non è una potenza straniera; tutte le decisioni vengono prese da parte degli Stati membri, democraticamente eletti da parte del Parlamento europeo, eletto in modo diretto. Quindi, riflette la volontà comune del servizio dei cittadini italiani e degli altri Paesi.







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