Presentato a Roma il Quadro Finanziario Europeo 2014-2020: nuovi investimenti in ricerca
e infrastrutture
Dopo 2 anni di negoziati, il Parlamento Europeo il 20 novembre scorso ha approvato
l’accordo politico, raggiunto a giugno con il Consiglio, sul Bilancio europeo 2014-2020.
Il quadro finanziario pluriennale traduce in termini finanziari le priorità politiche
dell’Unione per una durata di 7 anni, e prevede 152 miliardi di Euro in stanziamenti
di impegno e 144 miliardi di Euro in stanziamenti di pagamento; cifre enormi, messe
a disposizione dai 28 Stati dell’Unione, ma che rappresentano solo l’1% del Pil di
ogni singolo Stato. Particolarmente importanti le risorse destinate alla competitività,
alla coesione sociale, all’istruzione e all’occupazione giovanile. Il quadro finanziario
pluriennale e il bilancio europeo sono stati presentati nei giorni scorsi a Roma da
Silvano Presa, direttore presso la Direzione generale Bilancio della Commissione
Europea. Salvatore Sabatino lo ha intervistato:
R. - Il bilancio
europeo è un bilancio fondato per la maggior parte da investimenti a favore dei Paesi
meno sviluppati: ci sono interventi di politica sociale; ci sono aumenti in valore
assoluto per quanto riguarda le infrastrutture e la politica di ricerca. Quindi, crea
le condizioni per un rilancio dell’attività economica. In più, sul piano sociale,
c’è un programma specifico a favore dell’occupazione giovanile che si accompagna al
fondo sociale europeo, che ha come obiettivo in particolare di tutelare e stimolare
la situazione delle fasce meno favorite della popolazione.
D. – Rispetto a
quella che è la piattaforma per la povertà - uno strumento che ha l’Unione Europea
per intervenire proprio sulle fasce più deboli - ci sono novità al riguardo?
R.
– Più che una novità specifica, c'è lo sforzo congiunto dei vari strumenti che riguardano
l’intervento nel campo dell’istruzione, della formazione, dell’accompagnamento delle
fasce di popolazione più svantaggiate; ma anche opportunità di sviluppare la crescita
economica e quindi dare più opportunità all’insieme della popolazione, di cui possono
trarre vantaggio anche le fasce più deboli all’interno di ogni paese.
D. –
Mi vorrei soffermare con lei su di un caso specifico, quello della Grecia, il Paese
in questo momento più in difficoltà nell'Unione Europea. Sono in programma interventi
particolari?
R. – La Grecia continuerà a beneficiare di stanziamenti ingenti
per la “politica di coesione”, quindi per il Fondo di Sviluppo Regionale, fondo sociale.
A livello dell’Unione Europea ci sono stati anche interventi per cercare di ristabilizzare
le finanze pubbliche della Grecia; in più - essendo un Paese esposto alle pressioni
dei flussi migratori - ci sono interventi in favore della Grecia per la capacità di
gestire questi flussi che hanno un impatto anche per il resto dell’Unione Europea.
Quindi, c’è uno sforzo di accompagnamento della crisi in Grecia che dovrebbe facilitare
il rilancio della situazione economica.
D. – L'Euro-scetticismo sta aumentando
sempre più nell’Unione Europea. Una sua valutazione personale su cosa si può fare
per far arrivare l’Unione Europea nelle case dei cittadini europei, e non considerarle
sempre istituzioni lontane…
R. – Dal punto di vista del bilancio europeo, l’obiettivo
è quello di favorire le condizioni per un rilancio economico. Le politiche europee
servono anche a tutelare i cittadini nel campo della protezione dei consumatori; per
la mobilità all’interno dell’Unione Europea; per garantire anche la sicurezza dei
cittadini nel campo, per esempio, della protezione alimentare e anche per quanto riguarda
altre politiche, per esempio, quelle per la mobilità di studenti e ricercatori… Quindi,
l’Unione Europea interviene su vari campi e su vari livelli in cui le attività quotidiane
dei cittadini sono rispecchiate. Evidentemente riguarda anche l’attività in campo
nazionale, è un po’ il sistema politico, ma anche di informazione di divulgare di
più questo impatto. Comunque i soldi che vengono utilizzati nel bilancio europeo non
vanno a Bruxelles ma la maggior parte rientra negli Stati membri.
D. – Non
è il “nemico” in casa…
R. – No. Non è il “nemico” in casa, al contrario. Non
è una potenza straniera; tutte le decisioni vengono prese da parte degli Stati membri,
democraticamente eletti da parte del Parlamento europeo, eletto in modo diretto. Quindi,
riflette la volontà comune del servizio dei cittadini italiani e degli altri Paesi.