Il Papa: l’Avvento ci dona un orizzonte di speranza. Appello per la pace e l’accesso
alle cure dei malati di Aids
Il tempo di Avvento ci restituisce l’orizzonte della speranza. E’ quanto affermato
da Papa Francesco all’Angelus di ieri in Piazza San Pietro. Nella prima Domenica d’Avvento,
il Papa ha quindi incoraggiato i fedeli a riscoprire la bellezza di essere in cammino
verso l’incontro con Gesù ed ha invocato il dono della pace. E, nella Giornata mondiale
contro l’Aids, il Pontefice non ha poi mancato di levare un forte appello affinché
tutti i malati possano accedere alle cure di cui hanno bisogno. Il servizio di Alessandro
Gisotti:
Avvento, tempo
di speranza. All’Angelus, Papa Francesco si sofferma sul cammino del Popolo di Dio
verso l’incontro con Gesù e, nella Giornata mondiale contro l’Aids, leva anche un
pressante appello in favore di chi, affetto da Hiv, la speranza rischia di perderla:
“Esprimiamo
la nostra vicinanza alle persone che ne sono affette, specialmente ai bambini; una
vicinanza che è molto concreta per l’impegno silenzioso di tanti missionari e operatori.
Preghiamo per tutti, anche per i medici e i ricercatori. Ogni malato, nessuno escluso,
possa accedere alle cure di cui ha bisogno”.
Prima delle parole in favore
dei malati di Aids, il Papa aveva dunque sottolineato che con l’inizio dell’Avvento
comincia un “nuovo cammino del Popolo di Dio con Gesù Cristo”. E’ un momento, ha osservato,
che ha un “fascino speciale”:
“Riscopriamo la bellezza di essere tutti in
cammino: la Chiesa, con la sua vocazione e missione, e l’umanità intera, i popoli,
le civiltà, le culture, tutti in cammino attraverso i sentieri del tempo”.
Ma
qual è, dunque, la meta di questo cammino, si chiede il Papa? Nell’Antico Testamento,
ha sottolineato, si tratta di un “pellegrinaggio universale”, verso il Tempio del
Signore, verso Gerusalemme:
“La rivelazione ha trovato in Gesù Cristo il
suo compimento, e il 'tempio del Signore', è diventato Lui stesso, il Verbo fatto
carne: è Lui la guida ed insieme la meta del nostro pellegrinaggio, del pellegrinaggio
di tutto il Popolo di Dio; e alla sua luce anche gli altri popoli possono camminare
verso il Regno della giustizia, verso il Regno della pace”.
Il Papa ha
ricordato il passo del Profeta Isaia che guarda ad un tempo in cui le spade verranno
spezzate e trasformate in aratri, in cui le nazioni vivranno in pace. Un passo che
il Pontefice ha voluto ripetere due volte, per poi corredarlo di una sua riflessione:
“Ma
quando accadrà questo? Che bel giorno sarà quello nel quale le armi saranno smontate,
per essere trasformate in strumenti di lavoro! Che bel giorno sarà questo! E questo
è possibile! Scommettiamo sulla speranza, sulla speranza di una pace e sarà possibile!”
“Come
nella vita di ognuno di noi – ha constatato – c’è sempre bisogno di ripartire, di
rialzarsi, di ritrovare il senso della mèta della propria esistenza, così per la grande
famiglia umana è necessario rinnovare sempre l’orizzonte comune verso cui siamo incamminati”:
“L’orizzonte
della speranza! Quello è l’orizzonte per fare un buon cammino. Il tempo
di Avvento, che oggi di nuovo incominciamo, ci restituisce l’orizzonte della speranza,
una speranza che non delude perché è fondata sulla Parola di Dio. Una speranza che
non delude, semplicemente perché il Signore non delude mai!”
Il modello
di questo “atteggiamento spirituale”, ha detto, che è anche “un modo di essere e camminare
nella vita è la Vergine Maria”, “una semplice ragazza di paese che porta nel cuore
tutta la speranza di Dio”:
“Nel suo grembo, la speranza di Dio ha preso
carne, si è fatta uomo, si è fatta storia: Gesù Cristo. Il suo Magnificat
è il cantico del Popolo di Dio in cammino, e di tutti gli uomini e le donne che sperano
in Dio, nella potenza della sua misericordia. Lasciamoci guidare da lei, che è Madre,
è mamma e sa come guidarci. Lasciamoci guidare da Lei in questo tempo di attesa e
di vigilanza operosa”.