2013-12-01 10:26:06

Giornata di solidarietà col popolo palestinese. Pax Christi: la cultura al servizio della pace e della libertà


"Artists to resist": è il Convegno che Pax Christi Italia ha tenuto, sabato, al Teatro Stimate di Verona in occasione della Giornata di solidarietà col popolo palestinese, celebrata dall’Onu ogni anno a fine novembre. L’iniziativa è stata dedicata alla cultura palestinese in tutte le sue forme espressive. Da Verona, il servizio della nostra inviata Giada Aquilino:RealAudioMP3

E’ tanto travagliata quanto profonda, viva, multicolore. È la cultura palestinese, che a Verona, con Pax Chrtisti Italia, ha fatto sentire la propria voce. Letteratura, architettura, teatro, cinema, musica, insieme per la Giornata di solidarietà col popolo palestinese. Oggi otto milioni di persone rivendicano il proprio diritto ad essere palestinesi. Come Ibrahim Nasrallah, poeta e scrittore, nato in un campo profughi:

(Parole in arabo)
Nelle sue opere racconta di un popolo che vive nelle tende, con il freddo, con la mancanza di acqua e cibo. Eppure dalla sua penna nascono poesie come ‘Amore’, in cui un uomo e una donna camminano e ridono e "l'erba apre un sentiero al loro passaggio e quando il sole splende - scrive - a loro, per primi, si inchina".

Certo, la realtà è fatta di volti e storie di tanti palestinesi provati per esempio dal muro di separazione tra Israele e i Territori, dai check point, dalle privazioni quotidiane, ma anche di quegli israeliani che cercano sinceramente la pace, come ha spiegato Tommaso, 19 anni, scout padovano, rientrato da un campo itinerante in Cisgiordania e Israele. La storica dell’arte Carla Benelli, dell’Associazione Terra Santa dei padri francescani della Custodia, ha invece parlato di un progetto per i giovani, nato dalle intuizioni dell’archeologo padre Michele Piccirillo, scomparso nel 2008:

R. - Il nostro compito è quello di fare in modo che il patrimonio, l’immenso patrimonio culturale della Palestina storica, che in parte è oggi all’interno dei Territori palestinesi, possa essere salvato, conservato e valorizzato dalla popolazione locale. Quindi formiamo dei ragazzi e delle ragazze del luogo alla conservazione del patrimonio. In particolare abbiamo avviato i lavori soprattutto per la conservazione del mosaico, perché la cosa migliore per conservare questo patrimonio è fare in modo che la popolazione locale ne capisca il valore.

D. - Lei, al convegno, ha sottolineato che è anche una risorsa economica questo grande patrimonio…

R. - Per i Territori palestinesi è sicuramente la principale risorsa: da sempre questi territori sono meta di pellegrinaggi da tutto il mondo. I Territori palestinesi conservano dei luoghi di straordinaria importanza per l’umanità. Le persone vanno a visitare questi luoghi e bisogna conservarli, mantenerli e questo è un onere molto importante, ma è anche una risorsa, una risorsa economica fondamentale per il Paese. Non ne ha molte altre! Partiamo dal Santo Sepolcro e andiamo alla Chiesa della Natività a Betlemme; parliamo di Gerico, una delle città più antiche del mondo; parliamo del Monte degli Ulivi, con tutte le sue chiese; parliamo del Duomo della Roccia, che è il santuario islamico più antico del mondo; parliamo di Hebron, di Nablus. Sono infiniti… Il valore storico, archeologico, spirituale di questi luoghi è immenso.

Dall’archeologia al teatro, a Verona è stato rappresentato lo spettacolo ‘La terra delle arance tristi’, di Ghassan Khanafani, regia di Patrizia De Martino. La riflessione dell'attore, Omar Suleiman, nato a Nablus, da anni residente a Napoli:

R. - Racconta della cacciata dei palestinesi. E' il ricordo di un ragazzino. quando la famiglia emigra dalla città di Acca per andare in Libano e quindi nei campi dei rifugiati. Lo ricorda attraverso il gesto di un padre che, attraversando il confine con il Libano, si compra un’arancia e questa arancia diventa il tormento di tutta la famiglia.

D - Quanto è importante, come attore, comunicare l’espressione della cultura palestinese?

R. - E’ importantissimo, perché riesce a comunicare una cultura davvero radicata. La Palestina, in questo senso, è molto, molto ricca.

Dando appuntamento alla prossima edizione della Giornata di solidarietà col popolo palestinese, a Lucca nel 2014, don Nandino Capovilla – referente per la Palestina e Israele di Pax Christi Italia – ha voluto sottolineare l’importanza della cultura come veicolo di speranza:

R. - Perché cultura vuol dire popolo, vita quotidiana, popolo che ha le radici che affondano esattamente nella propria terra, come quella degli ulivi secolari, delle famiglie delle parrocchie che visitiamo con i nostri pellegrinaggi. Quindi un popolo resiste con questa scoperta di radici che non sono morte, ma che continuano ad irrorare vitalità, voglia non solo di resistere ad una oppressione, ma soprattutto di sognare veramente - con un sogno diurno - una possibilità che un giorno anche la terra di Palestina e la terra di Gesù siano veramente abitate da due popoli che vivano insieme.

D. - Avete detto che tra i parroci, tra i cristiani mediorientali c’è attesa di una visita del Papa...

R. - C'è il desiderio di aspettarlo non in un viaggio "classico", come quelli dei capi di Stato, ma proprio per visitare le parrocchie: lì il Papa, senz’altro, sarebbe attento - come già ci sta facendo vedere - a far sì che non ci sia anche qui uno scarto degli ultimi.

Ultimo aggiornamento: 2 dicembre







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