Forze politiche in fibrillazione alla vigilia dell'incontro Letta-Napolitano
Domenica politica molto intensa, caratterizzata dai duri attacchi di Grillo al capo
dello Stato e alle forze politiche in occasione del V. Day di Genova. Botta e risposta
a distanza, poi, tra i tre candidati alla segreteria del Partito democratico. Renzi,
in particolare, detta alcune condizioni al Governo Letta. Servizio di Giampiero
Guadagni:
Ad una settimana
dalle primarie, nel Pd si accendono i toni del confronto tra i candidati alla segreteria.
Il favorito, Matteo Renzi, incalza il Governo Letta su tre punti: riforme, da quella
elettorale ai costi della politica, e ancora lavoro ed Europa della crescita. Una
specie di ultimatum non apprezzato dagli altri candidati alla segreteria del partito,
che accusano il sindaco di Firenze di mettere a rischio l’unità del Pd, e di cambiare
spesso opinione sulle larghe intese, facendo da sponda a Berlusconi. A Renzi replica
anche il Nuovo centrodestra. Se vuole la poltrona di Letta deve dirlo chiaramente,
osserva il vicepremier Alfano. E attacchi a tutto tondo arrivano dall’affollato V.Day
del Movimento 5 Stelle a Genova. Grillo usa i toni aspri di sempre: contro i politici
definiti vigliacchi, contro l’euro dal quale l’Italia deve tirarsi fuori con un referendum.
E contro Napolitano, per il quale Grillo vuole l’impeachment, la messa in stato d’accusa.
Quadro politico dunque in fibrillazione. Domani il premier Letta salirà al Quirinale
per concordare con il capo dello Stato forme e tempi della verifica in Parlamento
dopo la fine delle larghe intese causata dall’uscita di Forza Italia dalla maggioranza.
Martedì poi il pronunciamento della Corte costituzionale sul Porcellum, l’attuale
legge elettorale.