Messaggio del Papa a Bartolomeo I: cristiani d'Oriente e Occidente uniti per promuovere
pace e libertà
Un appello per la pace in Medio Oriente e per la tutela della libertà religiosa nel
mondo: è questo il cuore del messaggio che Papa Francesco ha inviato ieri al Patriarca
ecumenico Bartolomeo I, in occasione della festa di Sant’Andrea. Il messaggio è stato
letto dal card. Koch, presidente del Pontificio Consiglio per la Promozione dell’Unità
dei cristiani e capo di una delegazione della Santa Sede recatasi ad Istanbul, in
Turchia. Per l’occasione, è stata celebrata una Divina Liturgia nella Chiesa patriarcale
del Fanar. Ieri mattina, intanto, durante la Messa a Santa Marta, il Papa ha pregato
secondo le intenzioni di Bartolomeo I. Il servizio di Isabella Piro:
“Dialogo, perdono
e riconciliazione sono i soli mezzi possibili per risolvere il conflitto in Medio
Oriente”: scrive così Papa Francesco nel suo messaggio a Bartolomeo I. Ricorda “la
drammatica situazione di tante persone che soffrono a causa di violenza, guerra, fame,
povertà e disastri naturali” e ribadisce il diritto dei cristiani mediorientali “di
rimanere nella loro patria”. Per questo, esorta a pregare “per la pace nella regione”
e chiede che “si continui a lavorare per la riconciliazione e il giusto riconoscimento
dei diritti dei popoli”. Guardando, poi, al martirio di Sant’Andrea, il Pontefice
ricorda tutti quei cristiani che, nel mondo, “sperimentano la discriminazione e a
volte pagano con il sangue il prezzo della loro professione di fede”. Come ai tempi
dell’Editto di Costantino, dunque, che 1700 anni fa pose fine alla persecuzione religiosa
nell’Impero romano d’Oriente e di Occidente, anche oggi – scrive il Papa – “i cristiani
d’Oriente e di Occidente devono dare una testimonianza comune per poter diffondere
il messaggio di salvezza del Vangelo al mondo intero”. Una “cooperazione efficace
ed impegnata tra i cristiani” è dunque “urgente e necessaria”, per “tutelare ovunque
il diritto di esprimere pubblicamente la propria fede” e affinché i cristiani stessi
“siano trattati equamente quando promuovono il contributo del cristianesimo nella
società e cultura contemporanea”.
Sul fronte ecumenico, poi, il Papa ricorda
che nel 2014 ricorrerà il 50.mo anniversario dello storico incontro, a Gerusalemme,
tra Paolo VI e il Patriarca Atenagora; ribadisce che i cristiani sono “membri di una
stessa famiglia”, che “sperimentano già la gioia dell’autentica fraternità in Cristo”,
pur consapevoli che “la piena comunione” non è stata ancora raggiunta. Di qui, il
richiamo al dovere dei cristiani di “prepararsi a ricevere questo dono di Dio attraverso
la preghiera, la conversione interiore, il rinnovamento della vita e il dialogo fraterno”.
Infine, Papa Francesco sottolinea l’intenzione di “proseguire le relazioni
fraterne tra la Chiesa di Roma ed il Patriarcato ecumenico” e conclude il suo messaggio
con parole di “profonda stima e calorosa amicizia in Cristo”, scambiando idealmente
con Bartolomeo I “un fraterno abbraccio di pace”.
Giunta ad Istanbul giovedì
scorso, la delegazione della Santa Sede rimarrà in Turchia fino a questa domenica.
Una visita che rientra nel quadro del tradizionale scambio di delegazioni per le rispettive
feste dei Santi Patroni, il 29 giugno a Roma per la celebrazione dei Santi Pietro
e Paolo e il 30 novembre, appunto, ad Istanbul per Sant’Andrea. Oltre al card. Koch,
sono presenti mons. Brian Farrell e mons. Andrea Palmieri, segretario e sottosegretario
del dicastero per l’Unità dei cristiani. Ad Istanbul, si è poi unito alla delegazione
il nunzio apostolico in Turchia, l’arcivescovo Antonio Lucibello. Oltre a partecipare
alla Divina Liturgia nella chiesa del Fanar, gli esponenti della Santa Sede hanno
avuto un incontro con il Patriarca Bartolomeo e conversazioni con la Commissione sinodale
incaricata delle relazioni con la Chiesa cattolica. La delegazione ha inoltre fatto
visita alla sede della Scuola di teologia del Patriarcato Ecumenico a Halchi, chiusa
dalle autorità turche nel 1971 e di cui si attende il permesso per la riapertura.