Pakistan: liberato il cristiano Younis Masih, condannato a morte per blasfemia
E’ un giorno di gioia per la comunità cristiana in Pakistan: come appreso dall'agenzia
Fides, il 35enne cristiano Younis Masih è stato rilasciato questo venerdì con un provvedimento
della Corte di appello di Lahore. Masih era stato condannato a morte per blasfemia
da un tribunale di primo grado a Lahore il 30 maggio 2007. Il suo caso è stato riaperto
nel settembre 2012, quando alcune organizzazioni cristiane come “Legal Evangelical
Association Development” (Lead), assistendo la famiglia dell’uomo, hanno depositato
un ricorso che è andato a buon fine. Il 3 aprile Masih era stato assolto, e dunque
è stato definitivamente liberato. Younis Masih e la sua famiglia si trovano comunque
in un luogo nascosto, dato che, pur essendo l’innocenza provata, per gli estremisti
restano macchiati di “blasfemia” e potrebbero essere uccisi. Younis Masih languiva
in carcere dal 10 settembre 2005: allora aveva 27 anni. Ha trascorso ben otto anni
della sua vita in prigione, prima che la Corte d’Appello appurasse la sua innocenza.
Masih aveva subito un attacco cardiaco l'8 gennaio del 2013 e resta malato di cuore.
“Ho quattro figli e non ho lavoro, nessuno mi sta aiutando. Vivo con il terrore di
essere ucciso a sangue freddo”, ha detto Masih all’avvocato Mustaq Gill, di Lead,
che ha seguito il suo caso. Masih ha ricordato due casi simili al suo: quello di Rimsha
Masih, la ragazza disabile mentale accusata falsamente di blasfemia e poi scagionata,
oggi residente in Canada; quello di Asia Bibi, donna e madre cristiana, condannata
morte per blasfemia nel 2010, che resta nel braccio della morte nel carcere femminile
di Multan. L’avvocato Gill ricorda a Fides che “i cristiani in Pakistan temono minacce,
attacchi, violenze, discriminazione e odio. La legge di blasfemia è sempre una spada
di Damocle che pende sulle loro teste: la loro vita non è sicura nemmeno dopo il rilascio
dal carcere”. “Facciamo appello ai nostri fratelli e sorelle cristiani perché preghino
per la salvezza di Younis Masih e aiutino la sua famiglia”, conclude. (R.P,)