2013-11-29 15:26:10

Misericordie in Terra Santa: dal 2014 aiuti sociosanitari ai palestinesi


E’ stata inaugurata a Betlemme la sede della prima Misericordia in Terra Santa. Dal 2014, la plurisecolare esperienza di volontariato delle Misericordie sarà ufficialmente al servizio del popolo palestinese. Sulla genesi del progetto, che si propone di assicurare aiuti sanitari e assistenza sociale alla popolazione locale in difficoltà, Cecilia Sabelli ha intervistato Roberto Trucchi, presidente nazionale delle Misericordie:RealAudioMP3

R. - Questo è un progetto che è partito circa tre anni fa in collaborazione con la Fondazione Giovanni Paolo II, che già opera in Terra Santa. Ci propose l’acquisto di una palazzina proprio a Betlemme, dove poter poi fare la sede della Misericordia. L’idea iniziale era quella di creare un servizio soprattutto di trasporto sanitario: le attuali ambulanze che ci sono a Betlemme non hanno possibilità di superare il muro e quindi andare verso Gerusalemme e questo ha anche portato, purtroppo, a esiti nefasti per i pazienti. Questa fu un po’ l’idea iniziale portata avanti anche da padre Ibrahim Faltas, attuale parroco di Gerusalemme. Lui era stato anche a Betlemme e tuttora è ancora una delle personalità più vive e feconde della realtà di questa città.

D. - Quali sono le iniziative legate a questo progetto? Si parla di un pulmino attivo per i trasporti e di scambi culturali con l’Italia, che coinvolgeranno soprattutto i giovani…

R. - Da gennaio, cercheremo di inviare volontari delle Misericordie italiane - a turno, naturalmente, almeno per una settimana o multipli - per andare a operare in quella realtà, ma soprattutto per effettuare uno scambio culturale con i giovani palestinesi. Abbiamo inoltre l’idea di mettere a Betlemme un pulmino per il trasporto soprattutto di bambini disabili: purtroppo, questa è una realtà molto forte, anche perché sempre più ci sono matrimoni fra consanguinei. E’ una conseguenza del fatto che la città è chiusa all’interno di questo muro e le possibilità di scambio, anche tra le persone, sono poche. Don Mario Cornioli, che è della diocesi di Fiesole, ma che vive a Betlemme, ci ha fatto conoscere questa realtà e quindi cercheremo di dare una mano a questi bambini e alle suore - delle suore argentine, molto giovani - che stanno cercando di aiutare questi piccoli, che sono circa una ventina. Ci sono poi altre realtà, sempre di disabilità, presenti e anche lì cercheremo, in collaborazione con la Caritas di Gerusalemme, di attuare dei progetti per cercare di sostenere questi giovani.

D. - Il Papa ha rivolto, nei giorni scorsi, un incoraggiamento particolare ai cristiani di Terra Santa, elogiandoli per la loro fede profonda e la duratura testimonianza dell’annuncio del Vangelo. Anche i vostri pellegrinaggi mirano a una sensibilizzazione verso la situazione di questi ultimi…

R. - Vivono una realtà, in questo momento, particolarmente difficile. Betlemme è un punto dove sicuramente ce ne sono un po’ più che in altre zone di Terra Santa. Vivono grandi difficoltà, anche di rapporti. Abbiamo visto nei vari pellegrinaggi la grande gioia e la grande accoglienza riservata ai cristiani che vanno in Terra Santa. Ci hanno più volte segnalato che questo è per loro non solo una grande gioia, ma anche una fonte di speranze e un modo per andare avanti, perché purtroppo c’è sempre più il tentativo di venire via, perché vivere lì per i cristiani è diventato particolarmente complicato. Quindi, portare il nostro sostegno, la nostra vicinanza a quelle popolazioni è veramente importante.







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