Il card. Bagnasco sulla custodia del creato: Andiamo nelle periferie con il calore
del cuore
“Siamo chiamati a prenderci cura dell’umanità là dove vive” addentrandoci “nelle periferie
non con una strategia d’assalto, ma con la temperatura del cuore”. Lo ha detto il
cardinale Angelo Bagnasco nella lezione inaugurale del convegno di Assisi, dedicato
alla custodia del creato. “Le periferie dell’umano – ha precisato il card. Bagnasco
– sono innanzitutto l’assenza di luce, di senso, la solitudine e l’angoscia, le paure
e la delusione di se stessi”. Ma le periferie esistenziali, ha proseguito, si trovano
anche “nelle famiglie ferite, nei rapporti interrotti, nella malattia e nella morte”
così come “nella povertà e disoccupazione”. Mentre “in termini più universali, le
periferie – ha sottolineato il porporato – sono i luoghi e le situazioni di lontananza
dal centro più profondo dell’umano, che è la verità, l’amore e la giustizia”. Il presidente
della Cei ha quindi denunciato l’esistenza, in Italia, di “una cultura chiassosa e
supponente che, avvalendosi di batterie pesanti, vuole imporre una visione della persona
e della società puntiforme” e “individualista”. Tuttavia, ha notato il cardinale,
“se ci guardiamo attorno, c’è il Paese reale, la maggior parte della gente che vive
una cultura silenziosa, ma ancora radicata: che ha l’istinto della vita come dono
e mistero, la famiglia come grembo stabile di vita e palestra di umanità”. Un “tessuto
sociale che non appare – ha concluso il cardinale – ma meriterebbe la ribalta, per
orientare il Paese in tempi di sbandamento”.(A.P.)
Bollettino
del Radiogiornale della Radio Vaticana Anno LVII no. 333