2013-11-29 14:23:32

Grecia: l'arcivescovo di Atene teme una vasta rivolta sociale


“Dal suo ingresso in Europa, in Grecia sono transitati tantissimi soldi che dovevano servire a costruire infrastrutture e a far crescere il Paese e la sua gente. Invece una buona parte di questi sono finiti nelle tasche dei politici, depositati in conti in Svizzera. Oggi temo una vasta rivolta sociale”. Non usa mezzi termini mons. Nikolaos Foscolos, arcivescovo cattolico di Atene, per commentare all'agenzia Sir la situazione in Grecia intorno alla quale, proprio in queste ore, è scontro tra Ocse e la troika composta da Fmi, Bce e Ue. Per l’Organizzazione internazionale con sede a Parigi il debito greco (oggi al 176% del Pil) scenderà al 160% nel 2020 e non al 124% come prevede ottimisticamente la Troika. Un mancato risultato che richiederebbe un intervento ulteriore per ridurlo. “Per il Paese non si è fatto nulla - incalza l’arcivescovo - eccetto che per le Olimpiadi che sono costate e costeranno ancora alla popolazione. La corruzione è dilagante. Entro il prossimo anno dovranno essere licenziati migliaia d’impiegati pubblici che erano stati assunti in modo clientelare”. Lo stesso Governo è limitato nella sua azione, perché, spiega mons. Foscolos, “le decisioni assunte non hanno alcun valore se non corrispondono alle indicazioni della Troika. Ciò che è paradossale - aggiunge - è che gli stessi partiti, gli stessi politici che hanno affossato il Paese, ora sono quelli che lo devono far rialzare. Non vedo un’uscita in tempi più o meno brevi a questa crisi, anzi temo una vasta rivolta sociale”. (R.P.)







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