2013-11-29 15:19:48

"Evangelli gaudium". Il neonatologo Bellieni: rasserena l'amore del Papa per la vita


Nell’esortazione Evagelii Gaudium, il Papa esorta i fedeli cristiani ad una nuova tappa evangelizzatrice marcata dalla gioia del Vangelo. In alcuni passi Papa Francesco si sofferma sul prendersi cura dei più fra fragili. Fra questi ci sono “i bambini nascituri, che – dice – sono i più indifesi e innocenti di tutti, ai quali oggi si vuole negare la dignità umana al fine di poterne fare quello che si vuole, togliendo loro la vita e promuovendo legislazioni in modo che nessuno possa impedirlo”. Debora Donnini ha chiesto a Carlo Bellieni, neonatologo al Policlinico Universitario di Siena, come abbia accolto questo testo del Papa:RealAudioMP3

R. – Mi ha dato una grande serenità e una grande gioia, perché vedere il criterio del rispetto della vita in ogni ambito è una cosa che veramente non può che dare grande gioia, soprattutto a chi si occupa dei più piccoli e dei più fragili tra gli esseri umani. Questa idea di vedere tutte le emarginazioni, dalla vita nascente alla povertà, allo sfruttamento, alla violenza sulle donne, accomunate all’interno di un giudizio negativo dato a questa terribile "cultura dello scarto", che pensa che la vita valga di essere vissuta solo a certe condizioni, questo è un giudizio che dà molta serenità a tutti, perché fa vedere che non c’è una preclusione ma che ogni vita viene guardata dentro la sua dignità e con un grandissimo rispetto e amore. E questo grandissimo rispetto e amore che fa vedere il Papa è veramente una cosa rasserenante per tutti.

D. – Il Papa dice anche che l’essere umano è sempre sacro e involabile, in qualsiasi fase del suo sviluppo. “Non è progressista – afferma – pretendere di risolvere i problemi eliminando una vita umana”. L’hanno colpita queste parole?

R. – Sì, mi hanno colpito e in particolare mi hanno colpito due passaggi. Uno, quando dice che la sola ragione è sufficiente a capire questo. Ed è vero, perché è sotto gli occhi di tutti, sia di chi fa scienza ma anche di qualunque mamma, che la vita umana è presente dentro l’utero materno e che è una vita umana con la stessa dignità della vita umana dopo la nascita. La sola ragione è sufficiente a capire che la vita umana inizia al momento del concepimento: questo lo dice la biologia, lo dice l’embriologia, lo dice la genetica. L’altra cosa, che è veramente stata molto bella, è vedere come venga affermata anche la dignità del bambino. Il Papa dice in questo punto che l’essere umano è “un fine in se stesso e mai un mezzo per risolvere altre difficoltà”. E quanto spesso, invece, noi sentiamo parlare del figlio – e quindi del bambino – come di un diritto, come di un’esigenza… Il Papa fa vedere anche questo: la vita del bambino non soltanto è sacra perché non può essere eliminata, ma è anche sacra perché non è subordinata al desiderio del genitore.

D. – Papa Francesco dice anche: “E’ vero che abbiamo fatto poco per accompagnare adeguatamente le donne che si trovano in situazioni molto dure, in cui l’aborto si presenta loro come una rapida soluzione alle loro profonde angustie”, in riferimento a contesti di estrema povertà o come conseguenza di violenze. E quindi afferma ancora: “Chi non può capire tali situazioni così dolorose?”

R. – E’ anche proprio nel quadro che lui dice prima, cioè nell’idea che non è progressista l’aborto. E che cos’è progressista, cos’è che fa avanzare? Fa avanzare uno sguardo che dica: la donna, effettivamente, vuole veramente mille modi per non avere figli, oppure vuole mille modi per averli, per accettarli e per accoglierli? Oggi, la società fa soltanto questo: ti da mille modi per non avere figli, ma nessun aiuto – o quasi – quando tu vuoi avere un figlio. E anche nella situazione di povertà quasi non c’è un aiuto, nella situazione di fatica mentale o fisica non c’è un aiuto.








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