2013-11-28 15:56:46

Settimana della Riconciliazione: nella Confessione sperimentiamo la potenza della Misericordia di Dio


RealAudioMP3 Ogni cristiano è chiamato a professare la sua fede nella Divina Misericordia e a riconoscere alla Chiesa il potere di rimettere i peccati. Sono questi i concetti centrali ribaditi durante la III Settimana Internazionale della Riconciliazione che si chiude in queste ore a San Giovanni Rotondo. Organizzata dall’Ordine dei Frati Minori Cappuccini, con il patrocinio della Penitenzieria Apostolica, all’indomani della chiusura dell’Anno della Fede, la settimana aveva come tema “Credo la remissione dei peccati”. “Papa Francesco, nell’udienza generale del 20 novembre scorso, è tornato a riflettere sul sacramento della confessione e sull’importanza imprescindibile della mediazione ecclesiale nell’amministrazione di questo sacramento”, sottolinea S.E. mons. Krzysztof Nykiel, Reggente della Penitenzieria. “Il Papa ci ha ricordato che ‘la Chiesa è serva del ministero della misericordia e si rallegra tutte le volte che può offrire questo dono divino. Solo l’assoluzione dei peccati impartita dal sacerdote – infatti – ci dà la certezza che il Signore ha perdonato ogni nostro peccato”. “La Confessione sacramentale – continua il Reggente - è la pratica che più di ogni altra ci permette di sperimentare la grandezza, la bellezza e la potenza rigenerante della Divina Misericordia. Perché quando il penitente entra nel confessionale, egli si accosta realmente all’amore del Padre, entra nel cuore misericordioso di Dio che è l’unico capace di guarire le ferite dell’anima”. “Come ci ha spiegato il Papa, il servizio che il sacerdote presta come ministro nel perdonare i peccati – continua mons. Nykiel – è molto delicato. Esige che ‘il suo cuore sia in pace, che non maltratti i fedeli, che sappia ‘seminare speranza’ nei cuori”. “Costituisce senz’altro una delle priorità pastorali, specialmente per i presbiteri in cura d’anime, - conclude mons. Nykiel - voler trascorrere sempre più tempo nel confessionale perché, mediante l’amministrazione di questo sacramento, si hanno tante opportunità per formare rettamente la coscienza dei credenti aiutandoli ad accogliere Cristo nei loro cuori e ad aprirsi alla Sua Presenza sempre capace di trasformare, convertire e fare nuove tutte le cose”. (Intervista a cura di Fabio Colagrande)
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