Presentata la campagna per i senza dimora di Roma: "Casa dolce caritas"
Una scatolina a forma di casa con all’interno alcuni cioccolatini. E’ il piccolo omaggio
della campagna di solidarietà “Casa dolce Caritas”, presentata ieri mattina a Roma
dalla Caritas diocesana, che dal prossimo 9 dicembre al 12 gennaio 2014 verrà distribuito
nella capitale sui treni ad alta velocità. Obiettivo dell’iniziativa, promossa in
collaborazione con le Ferrovie dello stato Italiane, è quello di sensibilizzare la
raccolta fondi per l’ampliamento dell’ostello Caritas “Don Luigi Di Liegro” di Roma
Termini. Marina Tomarro ne ha parlato con mons.Enrico Feroci,
direttore della Caritas diocesana:
R. – L’iniziativa
nasce perché abbiamo cominciato i lavori per la riqualificazione dell’Ostello di Via
Marsala. Le Ferrovie, per poter arrivare a terminare la raccolta necessaria per la
riqualificazione, ci hanno dato la disponibilità di poter mandare volontarie delle
Ferrovie dello Stato e i volontari della Caritas sui treni ad alta velocità, dove
potranno offrire ai viaggiatori che vorranno questo piccolo gadget, che è a forma
di casa: perché quelli che vivono in strada desidererebbero stare in una. E questo
per ricordare che non tutti hanno una casa e come Caritas vorremmo offrire non solamente
un letto per dormire, ma una casa. E la casa significa relazioni, significa amicizia,
significa disponibilità, significa far rivivere la persona con la sua dignità nelle
necessità più fondamentali che ha.
D. – La Caritas ha più ostelli, ha più
mense. Facciamo allora il punto sulla situazione proprio di disagio che esiste qui
nella capitale…
R. – Questa notte, a Roma, hanno dormito fuori casa tra le
seimila e le settemila persone. Noi, come Caritas, arriviamo a 350 posti. Adesso,
stiamo ampliando perché arriva il freddo e cerchiamo di mettere a disposizione tutti
i luoghi che abbiamo: ma non arriveremo mai a coprire tutto il bisogno di questa grande
città e quindi il nostro diventa anche un appello alla città. Noi abbiamo circa 350
parrocchie a Roma, se ogni parrocchia prendesse cinque persone, noi avremmo aumentato
moltissimo la disponibilità per dare risposta a quelli che vivono per la strada, anche
perché ora con il freddo diventa anche molto pericoloso.
D. – Chi sono oggi
queste persone disagiate?
R. – Non c’è una tipologia specifica. Viviamo in
una tale precarietà che dall’oggi al domani ci si può trovare in strada, anzi addirittura
a vivere dentro la macchina. Ultimamente, mi è arrivata una mail dove mi dicevano
che c’è una famiglia – padre, madre e una figlia di 25 anni – che vivono in macchina.
Quindi, non è solamente il barbone… Noi oggi abbiamo l’esigenza molto, molto grande
di dare risposta a delle domande che sono enormi e non più solamente al barbone che
sta per la strada. Oggi, è la famiglia che ci chiede, che ci interroga. E ci sentiamo
impotenti davanti a queste grandi domande.
Su questa iniziativa ascoltiamo
il commento del cardinale vicarioAgostino Vallini:
“La
comunità cristiana se non vive il Vangelo della carità, rinnega se stessa. Lo si vive
come persone, lo si vive anche come comunità. Il Vangelo della carità non è soltanto
il Vangelo verso i poveri, ma verso ogni forma di povertà. Papa Francesco invita la
Chiesa ad andare alle periferie esistenziali, un’espressione ormai passata per indicare
ovunque ci sia qualcuno che soffre, che sta male, che ha bisogno, ci sia qualcuno
che gli dia una mano. Questa è vita cristiana, ma è anche una vita cristiana pienamente
umana”.