Pakistan. Allarme tra i cristiani: si acuisce la piaga della blasfemia, quattro casi
in un mese
Sebbene molti musulmani abbiano espresso solidarietà ai cristiani, vittime del tragico
attacco kamikaze nella chiesa di Peshawar, il 22 settembre, c’è un netto incremento
nelle denunce e nei casi di blasfemia contro i cristiani in Pakistan. Il trend preoccupa
non poco le Chiese locali. Come riferito all'agenzia Fides da attivisti e sacerdoti
locali, impegnati nel settore “Giustizia e pace”, quattro casi di blasfemia contro
i cristiani sono stati registrati nel giro di un mese. L’incidenza, si afferma, è
quattro volte superiore rispetto alla media mensile registrata nel corso degli ultimi
due anni e documentata dai rapporto della Commissione “Giustizia e Pace” dei vescovi
cattolici. Come riferito a Fides, le accuse sono palesemente false, e questo conferma
che la blasfemia viene utilizzata come “strumento di vendetta” in controversie private,
anche per colpire le minoranze religiose. Gli attivisti hanno comunicato a Fides i
casi registrati contro i cristiani negli ultimi tempi. Alla fine di ottobre, hanno
subito una denuncia che li ha costretti a nascondersi, Arif Masih e Tariq Masih, proprietari
di un negozi di fuochi d'artificio a Wazirabad, in Punjab. Gli accusatori volevano
vendicasi perchè un set di fuochi, venduti in occasione del matrimonio del musulmano
Muhammad Zahid, non si sono accesi. Pochi giorni prima, a Faisabad due studenti musulmani
hanno denunciato una 50enne cristiana per aver bruciato pagine del Corano. In realtà
si trattava di un libro di testo in lingua araba. L’8 ottobre, il Pastore cristiano
protestante Adnan e due fedeli, Arfan e Mushtaq Masih, residenti a Lahore, sono stati
formalmente accusati e denunciati per “blasfemia”. Secondo l'accusa i tre avrebbero
scritto e pronunziato commenti sprezzanti sull’islam parlando del testo “Perché siamo
diventati musulmani”, scritto da un leader musulmano estremista. Un altro caso è
stato registrato contro il cristiano Asif Parvaiz a Lahore il 25 settembre, solo tre
giorni dopo le esplosioni di Peshawar. Secondo il rapporto della polizia Asif avrebbe
inviato a un conoscente un sms che insultava l'islam, il Corano, i musulmani e il
profeta Maometto. Infine va ricordato che il 23 settembre, nella metropoli di Karachi,
istigati da una supposta “blasfemia”, migliaia di musulmani hanno saccheggiato il
quartiere cristiano “Michael Town”. Le case di oltre 300 famiglie cristiane sono state
devastate e bruciate. (R.P.)