Angola: appello alla pace dei vescovi dopo la morte di un oppositore
Si alza la voce dei vescovi angolani dopo l’uccisione di un manifestante del partito
d’opposizione Casa-Ce avvenuta sabato scorso a Luanda e la seguente repressione di
una dimostrazione organizzata dall’Unita, lo storico partito di opposizione all’Mpla,
il partito al potere dal 1975. Domenica scorsa, durante le cerimonie di chiusura dell'Anno
della Fede nella diocesi di Cabinda, mons. Filomeno do Nascimento Vieira Dias, vescovo
di Cabinda ha condannato la repressione condotta contro i manifestanti. Il vescovo
ritiene che sia grave quello che è successo in molte città dell'Angola e ha sottolineato
che non deve essere ostacolata la manifestazione della volontà popolare in modo da
assicurare l'unità e la riconciliazione nazionale. Anche mons. António Jaka vescovo
di Caxito, nella sua omelia per la chiusura dell'Anno della Fede nella parrocchia
di San Giovanni Battista di Cacuaco, ha affermato che la democrazia e la pace in Angola
sono ancora fragili. Mons. António Jaka , ha auspicato la costruzione di un mondo
nuovo e di una nuova Angola attraverso lo spirito del perdono e ha sottolineato che
il dovere dei politici sia quello di cercare tutte le strade per la pace e la riconciliazione.
“Noi cristiani siamo i primi ad avere il dovere di pregare e di essere strumenti di
pace” ha poi aggiunto. Mons. António Jaka ha infine rivolto un appello ai media di
non aprire le ferite della guerra che sono ancora aperte. “La violenza verbale apre
la via del confronto violento, della guerra e dell'odio . Occorre imparare da Cristo
le vie della pace” ha concluso. (R.P.)