Egitto: niente “quote” per i cristiani nel futuro Parlamento
Il comitato incaricato di riscrivere la Costituzione egiziana non intrudurrà nel nuovo
testo costituzionale articoli miranti a garantire quote di seggi riservati ai cristiani
copti nel futuro Parlamento. Lo ha confermato nel corso di una conferenza stampa l'artista
egiziano Mohamed Abla, membro del comitato di revisione costituzionale che raccoglie
50 rappresentanti della popolazione egiziana, compresi 3 delegati delle Chiese cristiane
presenti in Egitto. “Nelle sessioni del comitato” ha spiegato Abla “c'è stato consenso
nel non riservare una quota per gruppi minoritari nelle Camere di rappresentanza”.
Solamente negli organi di rappresentanza municipali quote del 25% dei seggi verranno
riservati alle donne e ai candidati giovani. Nei giorni scorsi dal comitato costituente
erano filtrate voci sulla possibile introduzione di quote parlamentari riservate a
fasce specifiche della popolazione, ma poi risultano aver prevalso le contrarietà
verso ogni forma di “discriminazione positiva”. All'interno delle comunità cristiane,
le reazioni davanti alle ipotesi di una quota di rappresentanza parlamentare a loro
riservata su base confessionale erano state contrastanti. “La soluzione delle quote”
fa notare all'agenzia Fides Botros Fahim Awad Hanna, vescovo copto cattolico di Minya
“può favorire i disegni di chi mira a lacerare il Paese su linee di divisione settaria.
Per valorizzare il contributo dei cristiani copti alla costruzione del nuovo Egitto
occorre trovare nuove strade. Come, ad esempio, inserire nei primi posti delle liste
elettorali politici cristiani preparati e autorevoli, in grado di raccogliere consenso
popolare”. La nuova carta costituzionale dovrebbe essere sottoposta a referendum popolare
dopo la metà del gennaio 2014. (R.P.)