Una Chiesa dalle porte aperte: pubblicata l'Esortazione apostolica del Papa "Evangelii
Gaudium"
“La gioia del Vangelo riempie il cuore e la vita intera di coloro che si incontrano
con Gesù”: inizia così l’Esortazione apostolica “Evangelii Gaudium”, pubblicata martedì,
con cui Papa Francesco sviluppa il tema dell’annuncio del Vangelo nel mondo attuale,
raccogliendo, tra l’altro, il contributo dei lavori del Sinodo che si è svolto in
Vaticano dal 7 al 28 ottobre 2012 sul tema “La nuova evangelizzazione per la trasmissione
della fede”. La sintesi di questo importante documento nel servizio di Sergio Centofanti:
Con questa Esortazione,
il Papa indica alcune "vie per il cammino della Chiesa nei prossimi anni”. Ne segnaliamo
cinque. Innanzitutto, intende avviare “una nuova tappa evangelizzatrice”
caratterizzata dalla gioia. E’ un accorato appello a tutti i battezzati perché con
nuovo fervore e dinamismo portino agli altri l’amore di Gesù che sperimentano nella
loro vita, la gioia e la bellezza della sua amicizia, in uno “stato permanente di
missione”. I cristiani sono chiamati ad essere “evangelizzatori con Spirito” che “pregano
e lavorano”: sulla loro bocca deve risuonare il primo annuncio o ‘kerygma’: “Gesù
Cristo ti ama, ha dato la sua vita per salvarti, e adesso è vivo al tuo fianco ogni
giorno, per illuminarti, per rafforzarti, per liberarti”.
Secondo punto: rinnovamento
con creatività e audacia, a partire dal recupero della “freschezza originale
del Vangelo”. Occorre “una conversione pastorale e missionaria, che non può lasciare
le cose come stanno”, e una “riforma delle strutture” ecclesiali perché “diventino
tutte più missionarie”. Il Pontefice pensa anche ad “una conversione del papato” sulla
via di una maggiore collegialità e di una “salutare decentralizzazione”. Bisogna trovare
“nuove strade” e “metodi creativi”, non avere paura di rivedere consuetudini e norme
della Chiesa che non sono “direttamente legate al nucleo del Vangelo, alcune molto
radicate nel corso della storia”. Sottolinea la necessità di far crescere la responsabilità
dei laici, tenuti “al margine delle decisioni” da “un eccessivo clericalismo”, e di
allargare gli spazi per una presenza femminile più incisiva nella Chiesa”, in particolare
“nei diversi luoghi dove vengono prese le decisioni importanti”.
Terzo punto:
una Chiesa aperta, accogliente e misericordiosa. Il Papa invita la Chiesa
ad avere “le porte aperte”. La Chiesa è il luogo della misericordia non della condanna,
perché Dio non si stanca mai di perdonare. “Nemmeno le porte dei Sacramenti si dovrebbero
chiudere per una ragione qualsiasi”. Così, l’Eucaristia “non è un premio per i perfetti
ma un generoso rimedio e un alimento per i deboli. Queste convinzioni hanno anche
conseguenze pastorali che siamo chiamati a considerare con prudenza e audacia. Di
frequente ci comportiamo come controllori della grazia e non come facilitatori. La
Chiesa non è una dogana, è la casa paterna dove c’è posto per ciascuno con la sua
vita faticosa”. Papa Francesco ribadisce di preferire una Chiesa “ferita e sporca
per essere uscita per le strade, piuttosto che una Chiesa … rinchiusa in un groviglio
di ossessioni e procedimenti. Se qualcosa deve santamente inquietarci … è che tanti
nostri fratelli vivono” senza l’amicizia di Gesù. L’annuncio del Vangelo deve avere
caratteristiche positive: vicinanza, rispetto, compassione, pazienza per la fatica
di un cammino di maturazione. Anche le omelie dei sacerdoti devono rifuggire da una
“predicazione puramente moralista o indottrinante” ed essere positive per non lasciare
“prigionieri della negatività”, ma offrire “sempre speranza”, riuscendo a dire “parole
che fanno ardere i cuori”.
Quarto punto. Il dialogo e l’incontro:
con gli altri cristiani (l’ecumenismo è “una via imprescindibile dell’evangelizzazione”),
con le altre religioni (“condizione necessaria per la pace nel mondo”) e con i non
credenti. Il dialogo va condotto “con un’identità chiara e gioiosa”: non oscura l’evangelizzazione.
In particolare, il Papa osserva che “in quest’epoca acquista notevole importanza la
relazione” con i musulmani. Implora “umilmente” i Paesi di tradizione islamica perché
garantiscano la libertà religiosa ai cristiani, anche “tenendo conto della libertà
che i credenti dell’Islam godono nei Paesi occidentali!”. Contro il tentativo di privatizzare
le religioni, afferma che “il rispetto dovuto alle minoranze di agnostici o di non
credenti” non deve mettere “a tacere le convinzioni di maggioranze credenti”.
Quinto
punto. La Chiesa sia voce profetica, capace di parlare “con audacia
… anche controcorrente”. Ribadisce l’opzione della Chiesa per i poveri. Il Papa chiede
“una Chiesa povera per i poveri”. Denuncia l’attuale sistema economico che “è ingiusto
alla radice”. “Questa economia uccide” perché prevale la “legge del più forte”. L’attuale
cultura dello “scarto” ha creato “qualcosa di nuovo”: “gli esclusi non sono ‘sfruttati’
ma rifiuti, ‘avanzi’”.“Prego il Signore che ci regali più politici che abbiano davvero
a cuore la società, il popolo, la vita dei poveri!". Le comunità cristiane che si
dimenticano dei poveri sono destinate alla dissoluzione. “Tra questi deboli di cui
la Chiesa vuole prendersi cura” ci sono “i bambini nascituri, che sono i più indifesi
e innocenti di tutti … Non è progressista pretendere di risolvere i problemi eliminando
una vita umana”. La famiglia – prosegue il Papa – “attraversa una crisi culturale
profonda” che “favorisce uno stile di vita … che snatura i vincoli familiari”. Denuncia
le “nuove situazioni di persecuzione dei cristiani”.
L’Esortazione si conclude
con una preghiera a Maria “Madre dell’Evangelizzazione”. Guardando alla Madre di Dio
“torniamo a credere nella forza rivoluzionaria della tenerezza e dell’affetto”.