"Certe volte non si
riesce a capire e ad accettare ciò che i tuoi simili su questa terra si fanno l'un
l'altro, in questi tempi scatenati. Ma non per questo mi rinchiudo nella mia stanza,
Dio: continuo a guardare le cose in faccia e non voglio fuggire dinanzi a nulla, cerco
di comprendere i delitti più gravi, cerco ogni volta di rintracciare il nudo, piccolo
essere umano che spesso è diventato irriconoscibile". Così scriveva nel suo Diario,Etty Hillesum, la giovane intellettuale ebrea olandese, morta ad Auschwitz nel
1943, all'età di 27 anni. A settant'anni dalla sua scomparsa, la ricordiamo insieme
alla giornalista e scrittrice Marina Corradi, curatrice di un adattamento teatrale
dei suoi scritti. (a cura di Antonella Palermo)