Sardegna, lento ritorno alla normalità dopo l'alluvione. Parroco di Olbia: volontari,
segno di speranza
In Sardegna, quasi tutti i 60 Comuni colpiti dall'alluvione, che lunedì scorso ha
seminato morte e distruzione, stanno lentamente ritornando alla normalità. Ad Olbia
sono state riaperte alcune scuole. Problemi ancora alla viabilità. Intanto, proseguono
incessantemente le ricerche dell'allevatore ancora disperso. Sulla situazione, Luca
Collodi ha sentito don Oscar Casùla, parroco di San Michele Arcangelo ad
Olbia:
R. - Noi stiamo
cercando di infondere alle persone, insieme a tutti i volontari che si stanno muovendo
nella nostra città di Olbia, un segnale forte di speranza, speranza che viene da quello
che è l’impegno nel farsi prossimi a coloro che in questo momento sono nel bisogno,
nell’emergenza più grave. La normalità - anche da noi - sta ritornando molto lentamente
devo dire, perché hanno aperto solo alcune scuole, molte restano ancora chiuse a causa
dell’alluvione. Anche i servizi delle parrocchie sono attualmente sospesi come la
catechesi, i sacramenti, la Messa e tutti i nostri esercizi spirituali che le parrocchie
offrono.
D. - La Parrocchia di San Michele Arcangelo, e non solo, sta continuando
a distribuire pasti per gli sfollati …
R. - La nostra comunità parrocchiale,
che è una comunità anche abbastanza giovane dal punto di vista di fondazione perché
è attiva solo dal 2010, si trova in questo momento ad essere la più colpita come popolazione.
Noi stiamo provvedendo a quella che è la distribuzione di tutti i beni di prima necessità,
per cui stiamo servendo ogni giorno circa cinquemila pasti caldi tra pranzo e cena.
D.
- Molte persone sono riuscite a rientrare nelle case?
R. - Ancora no. Molti
sono ancora ospitati in alberghi, in case di amici, e in appartamenti messi a disposizione
per l’emergenza. Quindi, purtroppo, le case che hanno subito i maggiori danni, di
fatto, restano ancora vuote. Penso che passeranno ancora tanti giorni prima che le
famiglie che hanno dovuto abbandonare le loro case possano rientrare nella loro abitazione.
D.
- Quindi il problema degli sfollati resta?
R. - Sì, il problema degli sfollati
resta - anche se tamponato fortunatamente con quella che è la solidarietà da parte
di tante persone - e resterà per molto tempo, perché le case prima di essere nuovamente
abitabili vanno risanate. Pensiamo comunque che nel giro di 15 giorni le persone possano
ritornare nella propria abitazione.