La Sardegna prova a risollevarsi dall'alluvione. Il dissesto idrogeologico colpa
dell'uomo e della politica
I locali della chiesa
di Sant'Antonio a Olbia, nella foto, trasformata in mercatino coperto per distribuire
indumenti alle vittime del nubifragio che ha colpito la Sardegna. "La solidarietà,
ad oltre una settimana dall'alluvione di lunedì 18 novembre, spiega don Oscar Casùla,
parroco di San Michele Arcangelo di Olbia, non si ferma. In particolare, i
ragazzi e gli studenti della città, sono mobilitati fin dall'inizio dell'emergenza.
La parrocchia distribuisce centinaia di pasti caldi alle centinaia di sfollati ancora
ospitati in alberghi o case di fortuna". L'alluvione, prosegue Marco Marrone, di
Coldiretti Gallura, ha colpito almeno 37mila aziende artigiane nei 60 comuni sardi
interessati. Ai danni dell'artigianato, vanno aggiunti quelli subiti dall'agricoltura
e dalla pastorizia, con intere stalle isolate nelle campagne dove non è possibile
arrivare a causa dei ponti e delle strade crollate". "Oggi, prosegue Coldiretti,l'attenzione sulla Sardegna è alta, così come le promesse di aiuti finanziari da
parte del governo, ma temiamo, che passato il momento il tutto finisca nel nulla".
La mano dell'uomo è comunque responsabile del dramma dell'alluvione. Si è costruito
sui letti dei fiumi favorendo il dissesto idrogeologico. "Gli investimenti
per affrontare questo problema, sono la più grande opera infrastrutturale per l'Italia
da fare". (a cura di Luca Collodi)