Le voci della gente alla Messa: l'Anno della fede? Un cammino di gioia verso Dio
Anche ieri mattina Pazza San Pietro era gremita da una folla festante di decine di
migliaia di fedeli, che ha voluto stringersi attorno a Papa Francesco. Ma come è stato
vissuto questo Anno della fede? Ascoltiamo alcuni commenti raccolti da Marina
Tomarro:
R. – Per noi,
l’Anno della fede ha voluto dire riscoprire la bellezza di credere in Dio, la bellezza
di affidarsi a Dio, di affidare tutta la propria vita a Dio e al tempo stesso il desiderio
di testimoniare molto di più la fede, annunciarla alle persone che abbiamo intorno
a noi. Adesso si chiude l’Anno della Fede, ma si continua, anche di più…
D.
– Tra le varie iniziative che sono state lanciate, ce n’è stata qualcuna che ti ha
colpito particolarmente?
R. – Sicuramente, la Giornata mondiale della gioventù
a cui purtroppo non sono andato ma che ho seguito da vicino. E’ stato un momento straordinario.
D.
– In maniera molto intensa, perché è stato un anno veramente ricco di iniziative,
di avvenimenti… E poi, io personalmente ho celebrato e celebro i 50 anni di vita religiosa,
per cui è un anno particolare. E il dono che chiediamo al Signore è che tutti abbiano
fede e il Signore aumenti la nostra fede.
R. – Sicuramente, un’esperienza vissuta
come un cammino di gioia, di riscoperta della vera gioia.
D. – Cosa vuol dire
per te, invece, essere volontario nell’Anno della Fede?
R. – Ci sono tanti
modi per dimostrare la propria fede. Penso che essere volontario e mettersi a servizio
soprattutto nell’Anno della Fede sia un altro modo di professare la fede in cui crediamo
tutti.
R. – Perché credo che sia utile dare una mano, soprattutto quando si
organizzano eventi di questa portata. Poi, anche perché in un certo senso si sente
il bisogno di dare una mano.
D. – Il Papa ci invita a mettere Cristo al centro
della nostra vita: che cosa vuol dire?
R. – Per noi famiglie, vuol dire riuscire
ad affrontare la giornata in maniera positiva, anche nelle piccole cose. Quindi, nel
nostro piccolo, cercare di mettere una nota positiva in quelle piccole cose che facciamo,
nel nostro lavoro, nella cura dei figli e della famiglia…
R. – La cosa più
importante è scoprire come Gesù ci aspetta nelle cose che facciamo ogni giorno, nel
nostro lavoro quotidiano, nello studio, in quello che impegna le nostre giornate.
Cioè, scoprire come Gesù ci aspetta in ogni momento “normale” della nostra vita.
R.
– Rispondo dicendo come Maria: “Eccomi”, con i dubbi e le perplessità che possono
esserci perché non è facile accettare Cristo e viverlo in ogni momento e soprattutto
in ogni circostanza della nostra vita quotidiana. Però, grazie alla preghiera, ce
la possiamo fare.