Le donne romene in Italia e il fenomeno degli "orfani bianchi"
L’ambasciatrice romena in Italia, Dana Manuela Constantinescu, ha nuovamente incontrato
sabato, dopo un precedente colloquio in ottobre, Silvia Dumitrache, presidente dell’Associazione
“Donne romene in Italia”, per analizzare e ribadire il sostegno alle donne che lasciano
Romania in cerca di lavoro nella Penisola e ai loro figli, i cosiddetti “orfani bianchi”
lasciati nel Paese d'origine. Elisa Sartarelli ha raccolto la testimonianza
di Silvia Dumitrache:
R. - Parlando
con la nostra ambasciatrice, siamo arrivati anche all’argomento della cosiddetta “sindrome
della badante” o “sindrome d’Italia”, che è una malattia riconosciuta dal Sistema
sanitario nazionale. Si tratta di una depressione molto profonda in cui si ammalano
le donne, le mamme. Evidentemente stando loro male, anche i loro bambini a distanza
ne sentono la sofferenza e alcuni di loro in Romania non ci sono più…
D. -
Lei è l’ideatrice del Progetto “La mamma ti vuole bene” per prevenire e diminuire
il numero di omicidi e suicidi causati dalla lontananza tra genitori e figli. In cosa
consiste questo progetto?
R. - E’ un progetto di comunicazione audiovisiva
online. Si tratta di uno strumento pratico per mettere in contatto i familiari a distanza.
Abbiamo discusso anche di tanti problemi, della realtà e delle difficoltà che incontrano
le donne che vanno all’estero per lavoro. La maggior parte di loro sono in Italia
da sole, senza la famiglia. E abbiamo parlato quindi anche dell’importanza vitale
per i bambini della comunicazione e come poter sostenere questa nostra attività. Ho
trovato molto interesse da parte della nostra ambasciatrice.
D. - Ora si vorrebbero
coinvolgere anche le biblioteche nazionali, che sono coinvolte in Romania, ma poco
in Italia…
R. - E’ vero. Dobbiamo trovare la soluzione a questo, perché è un
progetto portato avanti da una Associazione che in questo momento non ha neanche una
sede: è molto, molto difficile portarlo avanti. Quindi, abbiamo bisogno di fare rete,
di avere un sostegno reale sia istituzionale che economico. Verranno coinvolte tutte
quelle biblioteche che hanno la possibilità di offrire spazio con un po’ di privacy,
perché non tutte le biblioteche in Italia hanno questa possibilità.
D. - Cos’è
la "piattaforma famiglia online"?
R. - La piattaforma famiglia online è - chiamiamola
così - un nostro nuovissimo prodotto. Si tratta di una piattaforma che offre sempre
la comunicazione audiovisiva gratuita online aperta a tutti le comunità. Sulla piattaforma
l’utente troverà una applicazione, già istallata, che può utilizzare per mettersi
in contatto con i familiari.
D. - Sono previsti dei corsi rivolti alle mamme
romene per insegnare loro ad usare il computer e Skype per vedere i loro bambini?
R.
- Certo, sarebbe utile poter fare dei corsi per l’utilizzo del computer, perché -
al di là della possibilità di utilizzare il computer per la comunicazione a distanza
- questi corsi sarebbero veramente utili anche per poter usare un conto bancario.
E’ molto importante! La maggior parte delle donne questo non lo sa fare… L’anno scorso,
nel Nord Italia c’erano 140 mila donne, tra i 25 e i 40 anni. Un dato recente dice
che un romeno su sei lavora all’estero e che il 56%sono donne. Io sono comunque fiduciosa
e spero tanto di poter offrire - tutti insieme - un vero sostegno ai genitori e alla
famiglia a distanza.