2013-11-24 14:29:50

Il card. Maradiaga nel libro "Senza etica niente sviluppo": mettere fine allo scandalo dell'ingiustizia


“E’ tempo di mettere fine allo scandalo della fame e dell’ingiustizia, per intraprendere passi verso un modello sostenibile, umanizzando la globalizzazione e trasformandola in un progetto che sia davvero universale”. L’invito accorato è del card. Oscar Maradiaga, arcivescovo di Tegucigalpa e presidente di Caritas internationalis, che arriva da un libro fresco di stampa per l’Editrice missionaria italiana (Emi) nelle librerie in questi giorni. “Senza etica niente sviluppo” è il titolo dell’agile volume che raccoglie alcuni sui interventi che entrano a piè pari nella riflessione sulla crisi economica e sulla fame nel mondo. Stefano Zamagni, intervistato da Luca Tentori, ha firmato la prefazione del libro:RealAudioMP3

“La Chiesa cattolica da sempre, da 2000 anni, si pone il problema di come organizzare la sfera delle relazioni economiche per garantire il benessere delle persone che vivono nelle diverse comunità. Con un avvertimento che il benessere di cui parla il pensiero sociale cristiano non è solo il benessere nella sua dimensione quantitativa, quella che si chiama la crescita, ma è anche il benessere nella dimensione socio-relazionale e spirituale. Ecco perché l’idea che nel saggio viene portata avanti è quella dello sviluppo inteso come combinazione virtuosa tra le tre dimensioni”.

Un tuffo nel sistema economico mondiale, proposte chiare ma soprattutto concrete, un viaggio tra le miserie e le ricchezze di una crisi globale che può essere occasione di crescita. E’ questo il nuovo libro del cardinale Maradiaga, che indica chiaramente una direzione: “La nostra sfida è la costruzione di un mondo fraterno e la globalizzazione non è niente di nuovo per la chiesa cattolica. Le nostre comunità sono fatte di un’umanità globale in sacramento e solidarietà”. Il discernimento etico non può mancare in nessuna scelta economica. Quale allora il ruolo del cristiano, il contributo del suo pensiero e della sua azione?:

“E’ evidente che interventi in chiave solo redistributiva non bastano più. Si rischia di ridistribuire le briciole e con le briciole non si vive. Ecco che allora bisogna intaccare il modo di produzione, cioè il modo con cui si produce la ricchezza. Intervenire post-factum, dopo che un certo reddito è stato ottenuto è troppo tardi e comunque non è sufficiente. Questa direi è l’idea guida che attraversa questo saggio. Il richiamo che il cardinale rivolge a tutti e in particolare ai cattolici è un richiamo molto forte e per certi aspetti innovativo. La forma nuova della Caritas e di altre associazioni non può essere solo quella di essere un distributore di pacchi. Deve diventare una voce profetica nel senso di chi anticipa quello che successivamente dovrà avvenire. E’ sempre stato così nella storia della civiltà cristiana. La capacità profetica di questo cardinale è legata alla sua fede profonda. Il cristiano spera non perché fa dei progetti ma perché si ricorda di una promessa, e di una promessa piuttosto antica”.

Il nostro tempo richiede una riflessione urgente sui temi della giustizia e della solidarietà. Il cardinale Mariadaga sostiene che siamo ancora in tempo per invertire la rotta di una economia ingiusta:

“La fame di ieri era dovuta a una carenza oggettiva di risorse. La fame di oggi è legata a delle istituzioni economiche e finanziarie che, anziché operare per il bene comune, operano per massimizzare il bene totale. Oggi, occorre agire sugli assetti istituzionali. Le istituzione economiche, al pari di quelle politiche non sono mai, mai, mai neutrali. Perché a seconda di come si scrivono le regole del gioco, si sfavoriscono alcuni e si favoriscono altri”.







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