Il Papa: assistenza a malati anziani sia ricca di spazi di dignità lontani dalla "tortura
dei silenzi"
“La Chiesa deve dare esempio a tutta la società” del fatto che gli anziani sono “indispensabili”.
E’ questo uno dei passaggi centrali del discorso che Papa Francesco ha rivolto sabato
mattina in Aula Paolo VI, in Vaticano, ai partecipanti alla Conferenza Internazionale
promossa dal Pontificio Consiglio per gli Operatori Sanitari. “La Chiesa al servizio
della persona anziana malata: la cura delle persone affette da patologie neurodegenerative”
è il titolo del convegno che si è aperto giovedì scorso e al quale hanno preso parte
oltre 400 persone, fra cui molti studiosi di tutto il mondo. Venerdì all’interno della
Conferenza è stato poi presentato il Sussidio "La pastorale Sanitaria e la Nuova Evangelizzazione
per la trasmissione della fede”. Il servizio di Debora Donnini:
Oggi, come sempre,
gli anziani sono protagonisti nella Chiesa. Da qui parte il discorso di Papa Francesco
per ricordare che la Chiesa deve, dunque, dare l’esempio a tutta la società del fatto
che le persone anziane malgrado gli “acciacchi”, anche seri, sono “indispensabili”:
“Esse
portano con sé la memoria e la saggezza della vita, per trasmetterle agli altri, e
partecipano a pieno titolo della missione della Chiesa. Ricordiamo che la vita umana
conserva sempre il suo valore agli occhi di Dio, al di là di ogni visione discriminante”.
Con
il prolungamento delle aspettative di vita nel corso del 20.mo secolo, è cresciuto
il numero di persone che va incontro a patologie neurodegenerative, anche con un deterioramento
delle capacità cognitive. Si tratta di patologie che investono il mondo sociosanitario,
delle strutture socio-assistenziali e della famiglia “che – dice il Papa – resta il
luogo privilegiato di accoglienza”. E’ quindi importante “il supporto di aiuti e servizi
adeguati”, rivolti alla persona assistita ma anche a coloro che la assistono come
familiari e operatori professionali. “Ciò è possibile solo in un contesto di fiducia”,
afferma Papa Francesco ricordando che “così vissuta, quella della cura diventa un’esperienza
molto ricca sia professionalmente sia umanamente”, altrimenti diventa molto più simile
alla “fredda ‘tutela fisica’”:
“Si rende necessario, pertanto, impegnarsi
per un’assistenza che, accanto al tradizionale modello biomedico, si arricchisca di
spazi di dignità e di libertà, lontani dalle chiusure e dai silenzi. Quella tortura
dei silenzi! Il silenzio, tante volte, si trasforma in una tortura! Queste chiusure
e silenzi che troppo spesso circondano le persone in ambito assistenziale”.
Il
Papa sottolinea quindi “l’importanza dell’aspetto religioso e spirituale”. “Anzi –
afferma – questa è una dimensione che rimane vitale anche quando le capacità cognitive
sono ridotte o perdute”. Serve, dunque, un particolare approccio pastorale, “con forme
e contenuti diversificati”, per accompagnare la vita religiosa delle persone anziane
con gravi patologie degenerative, “perché comunque – sottolinea il Papa – la loro
mente e il loro cuore non interrompono il dialogo e la relazione con Dio”.
Papa
Francesco ricorda agli anziani che non sono solo destinatari dell’annuncio del messaggio
del Vangelo ma “a pieno titolo” anche “annunciatori”, in forza del Battesimo:
“Ogni
giorno voi potete vivere come testimoni del Signore, nelle vostre famiglie, in parrocchia
e negli altri ambienti che frequentate, facendo conoscere Cristo e il suo Vangelo,
specialmente ai più giovani. Ricordatevi che sono stati due anziani a riconoscere
Gesù al Tempio e annunziarlo con gioia, con speranza”.
Prima dell’udienza
con il Pontefice, i presenti hanno preso parte a un incontro di preghiera sempre in
Aula Paolo VI . A loro, il presidente del Pontificio Consiglio per gli Operatori Sanitari,
mons. Zygumunt Zimowski, ha rivolto un discorso ricordando che “anche se la sofferenza
non può essere eliminata, la fede cristiana può aiutare a darvi un senso” e la forza
per viverla.