Gli atleti non sono mercanzia: così il Papa ai dirigenti olimpici europei
Per i suoi valori di amicizia e lealtà, lo sport crea ponti che hanno la forza di
unire le persone, purché non ceda a interessi di tipo mercantile. Lo ha affermato
Papa Francesco nel ricevere questa mattina i delegati dei Comitati olimpici europei.
Ai dirigenti e alle istituzioni del settore, il Papa ha chiesto un impegno a favorire
tra i giovani “la funzione educativa dello sport”. Il servizio di Alessandro De
Carolis:
Lo sport ha
una forza innata di tendere verso l’alto, anche se sovente forze poco limpide lo trascinano
nella direzione opposta. Davanti ai dirigenti olimpici europei, Papa Francesco esalta
le luci e addita le ombre che inquinano il mondo dell’agonismo, professionale e non.
Le luci sono note perché antiche, al punto che il Papa definisce “una bella realtà”
consolidata da tempo il “legame tra la Chiesa e lo sport”, poiché il secondo è ritenuto
dalla prima “un valido strumento per la crescita integrale della persona umana”:
“La
pratica sportiva, infatti, stimola a un sano superamento di sé stessi e dei propri
egoismi, allena allo spirito di sacrificio e, se ben impostato, favorisce la lealtà
nei rapporti interpersonali, l’amicizia, il rispetto delle regole. È importante che
quanti si occupano di sport, a vari livelli, promuovano quei valori umani e religiosi
che stanno alla base di una società più giusta e solidale”.
L’idealità
dello sport finisce invece per soccombere quando nel suo grande mondo si moltiplicano
personaggi che nell’atleta vedono non l’umanità ma una macchina da soldi:
“Quando
lo sport viene considerato unicamente secondo parametri economici o di conseguimento
della vittoria ad ogni costo, si corre il rischio di ridurre gli atleti a mera mercanzia
da cui trarre profitto. Gli stessi atleti entrano in un meccanismo che li travolge,
perdono il vero senso della loro attività, quella gioia di giocare che li ha attratti
da ragazzi e che li ha spinti a fare tanti sacrifici e a diventare campioni. Lo sport
è armonia, ma se prevale la ricerca smodata del denaro e del successo questa armonia
si rompe”.
L’universalità del linguaggio sportivo, che – nota Papa Francesco
– “supera confini, lingue, razze, religioni e ideologie” e “possiede la capacità di
unire le persone, favorendo il dialogo e l’accoglienza” è viceversa una “risorsa molto
preziosa”. E il simbolo più evidente e conosciuto di questo “spirito di fratellanza”
è proprio quello che sventola con i cinque cerchi olimpici intrecciati. Cerchi, osserva
il Papa, che indicano una precisa responsabilità:
“Desidero incoraggiare
le istituzioni e le organizzazioni, come la vostra, che propongono, specialmente alle
giovani generazioni, itinerari sportivi di formazione alla pace, alla condivisione
e alla convivenza tra i popoli. È tipico dell’attività sportiva unire e non dividere!
Fare ponti, non muri! (...) Voi, come dirigenti olimpici, siete chiamati a favorire
la funzione educativa dello sport. Tutti siamo consapevoli della grande necessità
di formare sportivi animati da rettitudine, rigore morale e vivo senso di responsabilità”.